Usciti i Rapporti sulle Economie regionali pubblicati dalla Banca d'Italia

Primi effetti e stime dell'emergenza Covid-19 sull'economia emiliano-romagnola. Giù PIL, export, risorse degli enti locali, fatturato e investimenti delle imprese.

La serie “Economie regionali” curata dalla Banca d'Italia ha la finalità di presentare studi e documentazione sugli aspetti territoriali dell'economia italiana. Il rapporto descrive l'evoluzione congiunturale regionale sotto diversi punti di vista, concentrandosi sul tessuto produttivo, sul mercato del lavoro, sul mercato del credito, sui redditi e sui consumi delle famiglie, sulla finanza pubblica territoriale. Emerge come la crisi innescata dalla pandemia legata al Covid-19 abbia colpito l'economia dell'Emilia-Romagna in una fase già di rallentamento.

Infatti, il PIL in termini reali è aumentato nel 2019 dello 0,4%, a fronte di una crescita media di quasi il 2% nel triennio precedente. In questo contesto, il rapporto si focalizza sulle ripercussioni che la chiusura parziale delle attività e le misure di distanziamento hanno avuto e avranno nei prossimi mesi sul sistema. L'indicatore ITER della Banca d'Italia stima per il primo trimestre del 2020 una forte diminuzione del PIL nelle regioni del Nord-Est (di circa il 5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente), in linea con la media italiana. Nel secondo trimestre la flessione dovrebbe accentuarsi per poi lasciare spazio a una ripresa nella seconda parte dell'anno.

A livello di tessuto produttivo, l'indagine straordinaria sulle imprese condotta dalla Banca d'Italia sugli effetti del lockdown indica un calo del fatturato nel primo semestre del 2020: il 69% delle imprese stima una riduzione delle vendite di almeno il 15%. È inoltre emersa una significativa revisione al ribasso dei piani di investimento.

In Emilia-Romagna, anche l'export, in aumento nel 2019 per il decimo anno consecutivo, ha subito una forte flessione già nel primo trimestre del 2020 (-2,4%).

L'emergenza Covid-19 ha colpito il mercato del lavoro regionale in una fase positiva che durava da circa sei anni. Nel primo trimestre del 2020 il numero di occupati si è ridotto in misura marginale, per effetto dei provvedimenti governativi di sospensione dei licenziamenti e di estensione della Cassa integrazione guadagni. I dati sulle Comunicazioni obbligatorie mostrano tuttavia una significativa riduzione delle nuove assunzioni nel periodo successivo allo scoppio della pandemia. La situazione ha inoltre scoraggiato la partecipazione al mercato del lavoro aumentando il numero di inattivi.

L'indebitamento delle famiglie, dopo un costante aumento negli ultimi cinque anni, nel primo trimestre 2020, ha rallentato. Le nuove erogazioni di mutui sono in diminuzione, anche a causa della riduzione delle compravendite immobiliari nel periodo; anche il flusso di nuovi crediti al consumo è diminuito in misura consistente, riflettendo il peggioramento delle condizioni reddituali e il calo della spesa. Parallelamente è diminuito il clima di fiducia delle famiglie a partire da marzo 2020, in concomitanza dell'avvio del lockdown.

Anche i bilanci degli enti territoriali risentiranno negativamente degli effetti diretti e indiretti dell'emergenza Covid-19, sia sulle spese che sulle entrate riferite al 2020. Secondo le stime Banca d'Italia, la perdita di gettito potrebbe arrivare per i Comuni fino al 14% delle entrate correnti dell'anno; l'impatto sui bilanci degli enti sarà attenuato dalle misure adottate dal Governo.

Lo studio è il risultato dell'esame di varie fonti, tra cui Banca d'Italia, Inps, Ministero dello Sviluppo economico, Ragioneria Generale dello Stato, Istat, Unioncamere. Ulteriori numerose informazioni arricchiscono il Rapporto Economie regionali - L'economia dell'Emilia-Romagna curato da Banca d'Italia.

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