Da inizio 2021 prezzi al consumo in risalita in Emilia-Romagna
Nel 2020 l’Italia assiste a una diminuzione dei prezzi al consumo in media annua, la terza registrata a partire dal 1954, da quando è disponibile la serie storica dell’indice NIC (l’indice dei prezzi per l’intera collettività nazionale), a conferma ancora una volta dell’eccezionalità del primo anno di pandemia. La variazione negativa nel 1959 raggiunse lo 0,4% e, più recentemente, nel 2016, lo 0,1%. Nel 2020 la variazione annua negativa del NIC ha toccato lo 0,2%; il fenomeno è imputabile prevalentemente all’andamento dei prezzi dei beni energetici (-8,4% rispetto al 2019), analogamente a quanto accaduto nel 2016 e a differenza di quanto verificatosi nel 1959, quando fu dovuto anche ad altre tipologie di prodotto. L’Italia si è quindi trovata in una situazione di deflazione per otto mesi consecutivi, a partire da maggio 2020 fino a dicembre 2020.
In Emilia-Romagna la prima variazione negativa mensile rispetto allo stesso mese dell’anno precedente si è manifestata con due mesi di anticipo, già a marzo 2020, al deflagrare della pandemia da Covid-19 nel Nord Italia; e l’intero anno si è chiuso con una inflazione negativa annua dello 0,3%, quindi con una riduzione dei prezzi maggiore rispetto alla media nazionale.
Anche per l’Emilia-Romagna l’andamento è dovuto principalmente al calo marcato dei prezzi dei beni energetici. Conseguentemente, a livello di divisioni di spesa, la dinamica dei prezzi registra una particolare flessione nei casi in cui è rilevante la presenza di prodotti energetici: Trasporti, Abitazione, acqua, elettricità e combustibili, Comunicazioni.
Rispetto al 2019 hanno invece continuato a crescere i prezzi di Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Bevande alcoliche e tabacchi, Abbigliamento e calzature.
Il 2021 si è aperto con una inversione di tendenza rispetto agli ultimi mesi dell’anno precedente, ovvero con un aumento tendenziale dei prezzi, che ha interrotto una possibile spirale negativa sull’economia nazionale derivante da una persistente situazione di deflazione. A gennaio 2021 l’indice NIC è infatti lievitato dello 0,4% rispetto a gennaio 2020 tanto in Emilia-Romagna quanto a livello nazionale. Le variazioni percentuali sullo stesso mese del 2020 hanno avuto una progressione nella restante parte dell’anno in corso fino a raggiungere in agosto un +2,3% in Emilia-Romagna e un +2,0% in Italia (per questo l'immagine di un toro, tradizionalmente simbolo di mercati con prezzi in rialzo). In generale, nel 2021, i prezzi stanno aumentando in Emilia-Romagna con un ritmo superiore alla media nazionale.
La ripresa inflazionistica è trainata in particolare da gruppi di prodotti quali Elettricità, gas e altri combustibili, Servizi finanziari, Spese di esercizio mezzi di trasporto, aumentate a causa della forte crescita del prezzo dei carburanti.
Ulteriori approfondimenti sono disponibili sul Report Indice dei prezzi al consumo in Emilia-Romagna e in Italia. Anni 2020 e 2021 (326.14 KB).
Il sistema dei prezzi al consumo
L’inflazione è il processo di aumento del livello dei prezzi dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Un’inflazione positiva corrisponde a una situazione in cui aumentano i prezzi, mentre un’inflazione negativa si verifica nel caso in cui i prezzi sono in calo (deflazione). L’inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno, chiamato paniere. L’Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l’intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI, indice utilizzato per le rivalutazioni monetarie) e quello armonizzato a livello europeo (IPCA). Per gli organi di governo il NIC rappresenta uno dei principali parametri di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche.
L’indagine Istat sui prezzi si basa su un campione strutturato su due “anime”, quello derivante dalla rilevazione territoriale, in capo ai Comuni, e quella centralizzata, in capo a Istat.