I consumi culturali degli emiliano-romagnoli in leggero calo nel primo anno di pandemia

A livello nazionale, livelli di partecipazione culturale più bassa e flessione maggiore tra 2019 e 2020. Elaborazioni su dati Istat.

La partecipazione dei cittadini italiani a forme di intrattenimento o spettacolo fuori casa è rilevato annualmente da Istat attraverso una specifica sezione dell'indagine Multiscopo sugli “Aspetti della vita quotidiana”. I livelli del cosiddetto “consumo culturale” sono misurati attraverso la frequenza con cui i cittadini (a partire dai 6 anni di età) compiono alcune attività ricreative o culturali nei 12 mesi antecedenti l'intervista. Le attività considerate sono le seguenti: a) andare a teatro; b) andare al cinema; c) visitare un museo o una mostra; d) assistere a concerti di musica classica; e) assistere a concerti di musica di altro genere; f) assistere a spettacoli sportivi; g) andare a ballare in discoteca o in altri luoghi come balere o night club; h) visitare un sito archeologico o un monumento.

Nel corso del 2020 si è assistito, naturalmente, a una riduzione della quota di italiani che ha effettuato almeno una delle attività elencate, per effetto dei provvedimenti di chiusura di alcuni luoghi di cultura e di svago imposti in determinati momenti dell'anno come misura di contrasto alla pandemia da Covid-19. Tuttavia, tale calo è stato probabilmente inferiore rispetto a quanto ci si poteva aspettare. Questo da un lato perché l'indagine rileva la frequenza con cui gli intervistati hanno svolto le attività nei 12 mesi precedenti e di conseguenza le domande si riferiscono a un periodo anche antecedente a quello in cui è scattata l'emergenza sanitaria. Dall'altro perché alcuni segmenti della popolazione sono tornati a effettuare attività culturali in misura maggiore nel momento in cui è stato loro nuovamente consentito. 

Nel 2020, in Italia, coloro che hanno svolto almeno una delle attività considerate sono stati il 60,0% contro il 64,6% del 2019. La contrazione è stata più marcata tra i maschi, scendendo dal 67,1% del 2019 al 62,1% del 2020, mentre tra le femmine le rispettive percentuali sono scese dal 62,3% al 58,1% (tavole su foglio elettronico (csv726 bytes)).

I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.

In Emilia-Romagna, la quota di cittadini che hanno effettuato almeno una delle attività rilevate è più elevata rispetto a quanto osservato a livello nazionale. Questi sono stati il 68,9% nel 2019, con un divario maggiore tra i due generi (72,2% tra i maschi e 65,9% tra le femmine). Nel corso del 2020, la percentuale di coloro che hanno compiuto almeno una di queste attività non differisce significativamente rispetto all'anno precedente (67,6% sull'intera popolazione di riferimento, 70,7% per i maschi, 64,7% per le femmine).

I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.

L'attività culturale o ricreativa svolta più frequentemente dalla maggior parte degli italiani è quella di andare al cinema: il 48,5% vi è stato almeno una volta nei 12 mesi antecedenti l'intervista del 2019, percentuale scesa al 45,3% nel 2020. Segue al secondo posto la visita a musei e/o a mostre, servizi di cui ha fruito almeno una volta nell'anno il 31,8% degli italiani nel 2019 e il 27,3% nel 2020. Al terzo posto ci sono le visite a siti archeologici o a monumenti: nel 2019 ne ha fatta almeno una il 27,4% dei cittadini, percentuale scesa al 25,3% nel 2020.

Seguono, nell'ordine: gli spettacoli sportivi (dal vivo), la cui percentuale è scesa nei due anni dal 24,5% al 21,7%; il teatro (rispettivamente 20,3% e 15,7%); i concerti di musica non classica (20,2% e 17,0%), che pertanto hanno “retto” meglio dei teatri allo shock pandemico; le discoteche (19,1% e 16,9%) e infine i concerti di musica classica, cui ha assistito almeno una volta il 9,9% degli italiani nel 2019 e il 7,6% nel 2020 (tavole su foglio elettronico (csv756 bytes)).

I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.

La quota di emiliano-romagnoli che hanno effettuato almeno una volta le attività culturali o ricreative considerate è più elevata rispetto a quanto osservato a livello nazionale, per tutte le attività, sia nel 2019 che nel 2020. L'unica (parziale) eccezione è quella dei concerti di musica classica, che comunque rimane l'attività meno “gettonata” sia dai residenti in Emilia-Romagna sia a livello nazionale: nel 2019 vi ha assistito almeno una volta il 9,8% degli emiliano-romagnoli contro il 9,9% degli italiani (percentuali dunque analoghe). Nel 2020, invece, è più alta la percentuale riferita all'Emilia-Romagna (8,7% contro il valore nazionale del 7,6%).

Viceversa, la maggior parte degli emiliano-romagnoli è stata al cinema almeno una volta nei 12 mesi precedenti l'indagine del 2019: il 52,3%. Tale percentuale è scesa al 49,7% nel 2020. Nel 2019, coloro che hanno visitato una mostra o un museo almeno una volta rappresentano più di un terzo della popolazione di riferimento, il 37,9%, quota scesa al 32,2% nel 2020. Poco meno di un terzo, invece, sono coloro che hanno visitato almeno una volta un sito archeologico o un monumento nel 2019 (31,7%), quota scesa a poco più di un quarto nel 2020 (27,6%).

I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.

Ulteriori analisi sono presenti sul report completo I consumi culturali dei cittadini in Italia e in Emilia-Romagna - Anni 2019 e 2020 (pdf815.28 KB)

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi?

Piè di pagina