Le donne in Emilia-Romagna: oltre 2 milioni e 296 mila volti

Quante lavorano, guidano imprese, ci rappresentano a livello politico; qual è la loro formazione e molto altro: i dati per la Giornata internazionale dei diritti delle donne

Contesto demografico

Nel corso del 2019, in Emilia-Romagna, le donne residenti sono oltre 2 milioni 296 mila, il 51,4% dei residenti complessivi. Il 12,7%, circa 291 mila donne, ha cittadinanza straniera. La presenza femminile è più elevata nelle età anziane e riflette la maggiore longevità che caratterizza le donne ormai da oltre un secolo. Il gap a favore delle donne nella speranza di vita alla nascita è di circa 4 anni, in riduzione dopo aver toccato il massimo di oltre 7 anni attorno al 1980. Il livello di fecondità è basso e in diminuzione dopo la crescita degli anni 2000 e il picco toccato nel 2009-2010: il numero medio di figli per donna per il 2019 è stimato in 1,35.


Istruzione e formazione

Da anni il livello di istruzione della popolazione femminile è superiore a quello della popolazione maschile. Nel 2018, il 29,5% delle donne tra 25 e 64 anni residenti in Emilia-Romagna possiede una laurea; si tratta di un valore superiore a quello degli uomini (19,7%) e che pone la regione tra le prime nella graduatoria italiana. È soprattutto nelle generazioni più giovani che le ragazze hanno realizzato “il sorpasso”.

Persiste tuttavia una sorta di “segregazione” dei percorsi di studio: le donne sono sovra rappresentate in settori disciplinari a cui afferiscono ruoli tradizionali, come salute, welfare, scienze umane e insegnamento. I corsi di laurea afferenti al gruppo scientifico e al gruppo ingegneria continuano a registrare una predominanza maschile, sebbene il divario vada riducendosi.


Lavoro e imprese

Nel terzo trimestre del 2019, in Emilia-Romagna, risultano occupate 2.020.000 persone, 1.109.000 maschi e 910.000 femmine (45%). Il tasso di occupazione della popolazione 15-64 anni è al 76,5% per gli uomini e al 63,4% per le donne. Il tasso di occupazione femminile cresce di 1,6 punti percentuali, mentre quello maschile diminuisce di 1,4 punti.

Le persone in cerca di occupazione sono 113 mila, di cui 64 mila donne (57%) e 49 mila uomini. Per i maschi il tasso di disoccupazione è del 4,2%, in crescita di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell'anno prima, mentre per le femmine raggiunge il 6,6%, in aumento di un punto.

Al 31 dicembre 2019, le imprese femminili attive in Emilia-Romagna sono 84.682, con una lieve flessione rispetto al 2018, dello 0,4%. Le imprese femminili tuttavia presentano una dinamica migliore rispetto alla media regionale in quanto le imprese non femminili diminuiscono dello 0,9%. Le imprese guidate da donne sono il 21,2% del totale delle imprese emiliano-romagnole.


Conciliazione

Il part-time è una misura di conciliazione molto usata dalle donne: nel 2018 interessa il 31,8% delle occupate emiliano-romagnole contro il 7,5% degli occupati. Su 100 lavoratori part-time si contano mediamente 77 donne e 23 uomini.

Sono ancora presenti ostacoli all’accesso e alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro, soprattutto per le madri. Nella fascia d’età tra 25 e 49 anni, in cui è più frequente essere contemporaneamente madri e lavoratrici, l’occupazione femminile è più elevata tra le donne senza figli rispetto alle donne che hanno almeno un figlio in età prescolare: in Emilia-Romagna, nel 2018, ogni 100 donne occupate senza figli, ve ne sono 84,5 occupate con almeno un figlio.

Persiste l’asimmetria di genere nel lavoro familiare e anche quando i partner sono entrambi occupati è più spesso la donna a farsi carico di tutti quei lavori che scandiscono la routine quotidiana. L’indice di asimmetria nel lavoro familiare per le coppie con donna di 25-64 anni in cui entrambi i partner lavorano è pari a 67,5, ancora distante dal valore di 50 che indica la perfetta condivisione dei carichi di lavoro familiare. Ma la presenza di figli aumenta la partecipazione degli uomini all’attività domestica.

L’Emilia-Romagna mostra una situazione più favorevole rispetto alla media italiana anche grazie alla maggiore diffusione del sostegno alle famiglie. Oltre un quarto dei bambini 0-2 anni usufruisce di servizi socio-educativi per la prima infanzia, la quota più elevata tra le regioni italiane. Tra le più elevate anche la quota di popolazione con più di 65 anni trattata in assistenza domiciliare integrata che oscilla attorno al 3,5% a fronte del 2,7% a livello nazionale.


Rappresentanza politica

A livello nazionale, all’atto dell’insediamento della XVIII legislatura, con le elezioni del marzo 2018, sono state elette 225 deputate (su 630) e 109 senatrici (su 314). Anche grazie alla nuova legge elettorale che ha tra le sue disposizioni la rappresentanza di genere, la quota del 35% di rappresentanza femminile in parlamento è la più elevata mai raggiunta dalle prime elezioni del 1948.

A metà febbraio 2020 i sindaci donna in Emilia-Romagna sono 60 su 328, ovvero il 18,3%, sopra la media nazionale (16,9%).

La Giunta Regionale, recentemente insediata, è composta di 11 membri, più il Presidente. Le donne che ricoprono la carica di assessore sono 4, di cui una ha assunto anche la vicepresidenza della Giunta. È stata eletta una donna come presidente della nuova Assemblea Legislativa. La composizione dell’Assemblea, al momento dell’elezione, conta 21 donne, pari al 43% del totale (dato destinato a modificarsi a breve a causa di dimissioni e/o decadenze per ineleggibilità).

Molti altri dati e confronti con la situazione nazionale sono disponibili sul report 8 marzo 2020: le donne in Emilia-Romagna, curato dall'Ufficio di Statistica della Regione Emilia-Romagna.

Altri approfondimenti sul terzo Bilancio di genere della Regione Emilia-Romagna.

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