Il settore non profit in Emilia-Romagna al 31 dicembre 2019

Sono quasi 28 mila istituzioni, con oltre 83 mila dipendenti. Per l'83% sono associazioni; sette dipendenti su dieci lavorano nelle cooperative sociali. Dati Istat.

Al 31 dicembre 2019 le istituzioni non profit attive in Italia sono 362.634 e, complessivamente, impiegano 861.919 dipendenti. Il numero di dipendenti medio per istituzione è quindi pari a 2,4 unità. Tra il 2018 e il 2019 le istituzioni non profit sono cresciute dello 0,9%, meno di quanto rilevato tra il 2017 e il 2018 (+2,6%); l'incremento dei dipendenti si mantiene intorno all'1,0% in entrambi gli anni.

In Emilia-Romagna le istituzioni non profit attive sono 27.900, quasi l'8% di quelle nazionali, con 83.059 dipendenti, mediamente tre per istituzione. Tra il 2018 e il 2019 le istituzioni non profit rimangono sostanzialmente invariate, solo 81 unità in più, +0,3%; si ha invece un aumento del 2,3% dei dipendenti.

Questo significa che le istituzioni non profit emiliano-romagnole sono mediamente di maggiori dimensioni rispetto a quelle dell'intero Paese, e nel tempo vanno consolidandosi grazie a un maggior ricorso al lavoro dipendente.

Rapportando il numero dei dipendenti nel settore non profit alla popolazione, l'Emilia-Romagna presenta il quarto valore più alto a livello regionale, dopo quelli di Trentino-Alto Adige, Lombardia e Lazio.

Trentino-Alto Adige 220; Lombardia 193; Lazio 191; Emilia-Romagna 186; Piemonte 173; Friuli-Venezia Giulia 171; Veneto 164; Valle d’Aosta 147; Liguria 147; Sardegna 146; Toscana 143; Umbria 137; Marche 126; Molise 112; Basilicata 108; Puglia 99; Abruzzo 88; Sicilia 81; Campania 60; Calabria 59.

A livello geografico le istituzioni non profit italiane si trovano per il 28% nel Nord-Ovest, per il 23% nel Nord-Est, per il 22% nel Centro e per il restante 27% nel Mezzogiorno (dati per tutte le regioni (csv1.01 KB)).

In Emilia-Romagna, così come in Italia, circa una istituzione non profit su cinque è stata costituita tra il 2015 e il 2019. Le istituzioni nate più di recente sono maggiormente diffuse nel Mezzogiorno. In Emilia-Romagna la percentuale delle istituzioni più giovani è più elevata rispetto a quella del Nord.

Per quanto riguarda la forma giuridica, in Emilia-Romagna, le istituzioni non profit si sono costituite nell'83,5% dei casi in associazioni (riconosciute o non riconosciute); per il 3,3% sono cooperative sociali, per il 2,5% fondazioni, e per il 10,7% hanno altra forma giuridica. La distribuzione per forma giuridica è sostanzialmente analoga a livello nazionale. Le cooperative sociali sono le forme che impiegano più personale dipendente, in Emilia-Romagna mediamente 63 dipendenti, contro gli 8 dipendenti delle fondazioni e i 0,5 delle associazioni, che nel 91% dei casi operano in assenza di lavoro dipendente (dati per forma giuridica per tutte le regioni (csv2.57 KB)).

I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.

Rispetto al 2018 l'unica forma giuridica con istituzioni in diminuzione è l'associazione, anche se aumentano i dipendenti impiegati. Le cooperative sociali aumentano in termini di unità dell'1,1% e in termini di dipendenti del 3,2%. Le fondazioni aumentano del 2,5% come istituzioni e del 2,0% come dipendenti.

Un terzo delle istituzioni non profit emiliano-romagnole è attiva nel settore dello sport. Seguono poi le istituzioni che operano nelle attività ricreative e di socializzazione (16%) e nelle attività culturali e artistiche (16%). In termini di addetti invece prevalgono le istituzioni attive nella assistenza sociale e protezione civile (40%) e nella sanità (22%). I dati per settore di attività per tutte le regioni (csv6.06 KB) sono disponibili su foglio elettronico.

I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.


Le informazioni statistiche sul numero di istituzioni non profit attive in Italia nel 2019 e sulle loro principali caratteristiche strutturali vengono diffuse da Istat a partire dai dati del registro statistico. Nella strategia dei censimenti permanenti, il registro è aggiornato annualmente attraverso l'integrazione di diverse fonti amministrative. Ogni tre anni l'informazione sul settore viene poi completata da una rilevazione campionaria che permette di cogliere gli aspetti peculiari e la dinamicità del settore non profit, garantendo sia l'articolazione del quadro informativo di carattere strutturale sia l'analisi in serie storica.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul comunicato Istat.

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