Settori produttivi

Archivio statistico delle imprese attive (ASIA)

L’Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) è un registro di imprese e unità locali

L’Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA) è un registro di imprese e unità locali aggiornato annualmente da Istat attraverso un processo di integrazione di fonti amministrative e statistiche. Asia include tutte le unità economiche che esercitano arti e professioni nei settori dell’industria e dei servizi e fornisce informazioni identificative e di struttura di tali unità.

Si considerano attive le imprese che hanno svolto un’effettiva attività produttiva per almeno sei mesi nell’anno. Dal 2011 sono state introdotte alcune innovazioni metodologiche e definitorie grazie alle quali si è ottenuto un miglioramento della qualità delle informazioni e della tempestività di diffusione del dato. Queste migliorie hanno tuttavia portato all’interruzione delle serie storiche, limitando notevolmente le possibilità di confronto dei dati riferiti al 2011 con quelli delle annualità precedenti.

Origini dell'archivio

L’Archivio Statistico delle Imprese Attive (ASIA), realizzato dall’Istat, nasce nel 1996 in accordo con i regolamenti e le linee guida definite dall’Unione europea.
La necessità di adattare il registro statistico delle imprese ai regolamenti Eurostat, insieme con la necessità di cogliere e rappresentare sul piano territoriale la continua evoluzione della struttura economica del paese, ha portato nel 2004 all’implementazione nel registro delle imprese di un ulteriore livello informativo, le unità locali.

Campo di osservazione

Il registro ASIA è costituito dalle unità economiche che esercitano arti e professioni nelle attività industriali, commerciali e dei servizi alle imprese e alle famiglie e fornisce informazioni identificative (denominazione e indirizzo) e di struttura (attività economica, addetti dipendenti e indipendenti, forma giuridica, data di inizio e fine attività, fatturato) di tali unità.

L’ISTAT considera attive solo le imprese che hanno svolto un’effettiva attività produttiva per almeno sei mesi nell’anno. Il campo di osservazione di ASIA-Unità locali è il medesimo di ASIA-Imprese, e copre tutte le attività industriali, commerciali e dei servizi.

Le informazioni fornite riguardano la localizzazione (a livello comunale), l’attività economica e il numero di addetti delle unità locali dipendenti da imprese attive per almeno sei mesi nell’anno di riferimento.

Costruzione e aggiornamento dei registri

I registri ASIA-Imprese e ASIA-Unità locali  sono aggiornati annualmente dall’ISTAT.

Individuano l’insieme delle imprese e delle unità locali ed i relativi caratteri statistici integrando informazioni desumibili sia da fonti amministrative, gestite da enti pubblici o da società private, sia da fonti statistiche.

Fonti amministrative

Le principali fonti amministrative utilizzate per la realizzazione e l’aggiornamento di ASIA-Imprese sono:

  • gli archivi gestiti dall’Agenzia delle Entrate per il Ministero dell’Economia e delle Finanze, quali l’Anagrafe Tributaria, le dichiarazioni annuali delle imposte indirette, le dichiarazioni dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), gli Studi di Settore;
  • i Registri delle Imprese delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura e gli archivi collegati dei soci delle Società di Capitale e delle “Persone” con cariche sociali; •
  • gli archivi dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, relativamente alle posizioni contributive dei dipendenti delle imprese e a quelle degli artigiani e commercianti; • l’archivio delle utenze telefoniche gestito dalla Consodata S.P.A Gruppo Seat Pagine Gialle; •
  • l’archivio dei Bilanci consolidati e di esercizio; • l’archivio degli Istituti di credito gestito dalla Banca d’Italia;
  • l’archivio delle società di assicurazioni gestito dall’Isvap.

A questi si aggiungono, per la costruzione di ASIA-Unità locali, altri archivi amministrativi che forniscono informazioni sugli indirizzi nei quali l’impresa svolge le proprie attività: •

  • il Modello Unico di Dichiarazione Ambientale (MUD) gestito dalle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura;
  • l’archivio gestito dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL); •
  • l’archivio della Grande Distribuzione gestito dalle società Ac Nielsen.

Fonti statistiche

Le fonti statistiche comprendono le indagini strutturali e congiunturali che l’Istat effettua sulle imprese, in particolare:

  • l’indagine sul sistema dei conti delle imprese con più di 100 addetti,
  • l’indagine campionaria sulle piccole e medie imprese,
  • le indagini sul commercio con l’estero,
  • l’indagine annuale sulla produzione industriale,
  • le indagini congiunturali sulla produzione, sul fatturato e ordinativi delle attività manifatturiere, sul fatturato del commercio e dei servizi, sui prezzi alla produzione, sull’occupazione della grande impresa.

È stata inoltre implementata un’indagine specifica per supportare la realizzazione dell’archivio delle unità locali, l’Indagine sulle Unità Locali delle Grandi Imprese (IULGI). Essa rileva la localizzazione e le principali variabili di struttura (numero di addetti, attività economica principale, tipologia delle unità locali) delle singole unità locali, le stesse rilevate al Censimento. IULGI rappresenta la base su cui poggia l’aggiornamento del registro per le unità locali di imprese di grande dimensione (che rappresentano circa la metà del lavoro dipendente italiano).

Per le unità locali di imprese di piccola e media dimensione e per le imprese non rispondenti all’indagine IULGI le variabili strutturali dell’archivio sono aggiornate attraverso modelli statistici che utilizzano le informazioni presenti negli archivi amministrativi. Il processo di produzione del registro imprese, con riferimento all’anno t ha inizio negli ultimi mesi dell’anno t+1, quando si rendono disponibili le forniture annuali di dati provenienti dai principali archivi amministrativi.

Le informazioni di fonte amministrativa, dopo essere state sottoposte a un processo di normalizzazione e standardizzazione, che trasforma le unità e i caratteri amministrativi in unità e variabili statistiche, sono integrate fra loro.

L’insieme delle unità statistiche che ne deriva costituisce l’oggetto del registro ASIA-Imprese per l’anno di riferimento t.

Definizione delle unità statistiche

Sulle unità sono successivamente stimate le principali variabili strutturali ed identificative. Le definizioni delle unità statistiche adottate sono conformi a quanto dispone il Regolamento del Consiglio Europeo (CEE) n. 696/1993, relativo alle unità statistiche di osservazione e di analisi del sistema produttivo nella Comunità. Il regolamento individua l’impresa come l’unità centrale per la realizzazione delle statistiche economiche e la definisce come “la più piccola combinazione di unità giuridiche , che costituisce un’unità organizzativa per la produzione di beni e servizi che fruisce d’una certa autonomia decisionale. In particolare per quanto attiene alla destinazione delle sue risorse correnti. Un’impresa esercita una o più attività in uno o più luoghi.

Un’impresa può corrispondere a una sola unità giuridica”. Secondo questa definizione sono considerati impresa anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti.

Sempre secondo il regolamento, “l’unità locale corrisponde ad un’impresa o a parte di essa situata in un luogo topograficamente identificato.

In tale luogo, o a partire da esso, una o più persone svolgono (lavorando eventualmente a tempo parziale) delle attività economiche per conto di una stessa impresa”.

Secondo tale definizione sono unità locali le seguenti tipologie, purché presidiate da almeno una persona: agenzia, albergo, ambulatorio, bar, cava, deposito, garage, laboratorio, magazzino, miniera, negozio, officina, ospedale, ristorante, scuola, stabilimento, studio professionale, ufficio, ecc..

L’impresa plurilocalizzata, pertanto, è un’impresa che svolge le proprie attività in più luoghi, ciascuno dei quali costituisce un’unità locale dell’impresa. Nell’unità locale deve essere presente (e rilevabile) un input di lavoro significativo, definito almeno pari all’equivalente annuo di una persona che lavora a tempo parziale. Questo implica che tutte le unità di lavoro “non presidiate” non sono da considerarsi come unità locali.

L’impresa unilocalizzata è un’impresa che svolge la propria attività in un unico luogo che costituisce l’unica unità locale, che è anche sede d’impresa. Per sede d’impresa s'intende il luogo dove l’unità giuridico-economica esplica parte delle proprie attività e dove sono ubicati i principali uffici amministrativi e/o direzionali. La sede d’impresa può essere solo amministrativa o amministrativa e operativa e può essere diversa dalla sede legale. L’attività economica, classificata, a seconda degli anni di riferimento, in base all’Ateco 2002 o all’Ateco 2007 , è la combinazione di risorse, quali attrezzature, manodopera, tecniche di fabbricazione, reti di informazione, o di prodotti, che porta alla creazione di specifici beni o servizi. Imprese ed unità locali sono distinte in base all’attività economica esclusiva o principale, secondo il criterio della prevalenza.

Quando, nell’ambito di una stessa impresa/unità, sono esercitate più attività, la prevalenza è individuata sulla base del valore aggiunto ovvero, in mancanza di tale dato, sulla base del fatturato, del numero medio annuo di addetti, delle spese per il personale, delle retribuzioni lorde. Nel caso di unità locale solo amministrativa o ausiliaria non amministrativa, l’attività economica principale e/o esclusiva dell’unità locale è quella dell’impresa e non quella dell’attività ausiliaria svolta. Per gli anni dal 2004 al 2006, le imprese e le unità locali sono classificate per attività economica secondo l’Ateco 2002. I dati dell’anno 2007 sono invece presentati sia in base alla classificazione Ateco 2002 che all’Ateco 2007.

Dal 2008 viene invece riportata solamente la classificazione in base all’Ateco 2007 Secondo la classificazione Ateco 2002 sono escluse dal campo di osservazione ASIA le attività economiche relative a: agricoltura, caccia e silvicoltura (sezione A), pesca, piscicoltura e servizi annessi (sezione B); amministrazione pubblica (sezione L); attività di organizzazioni associative (divisione 91); attività svolte da famiglie e convivenze (sezione P); organizzazioni ed organismi extraterritoriali (sezione Q); le unità classificate come istituzioni pubbliche e istituzioni private non profit.

Secondo la classificazione Ateco 2007 sono escluse dal campo di osservazione ASIA le attività economiche relative a: agricoltura, silvicoltura e pesca (sezione A), amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria (sezione O), attività di organizzazioni associative (divisione 94), attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico; produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze (sezione T), organizzazioni ed organismi extraterritoriali (sezione U), le unità classificate come istituzioni pubbliche e istituzioni private non profit. Per l’anno 2007, per il quale è disponibile la doppia classificazione, si precisa che la differente classificazione implica anche una leggera differenza nel campo di osservazione.

Per questo, per esempio il totale delle imprese dell’Archivio Asia in Ateco 2007 risulta pari a 387.434, mentre quello in Ateco 2002 è pari a 386.906.

Addetti

Per addetti (o persone occupate) si intendono i lavoratori dipendenti e indipendenti che esercitano un’attività a tempo pieno e a tempo parziale nell’impresa. Tra i lavoratori indipendenti sono da considerare:

  • i titolari, soci e amministratori di un’impresa a condizione che lavorino effettivamente nell'unità, che non siano iscritti nei libri paga e che non siano remunerati attraverso fattura o abbiano un contratto di collaborazione coordinata e continuativa;
  • i soci di cooperativa che lavorano effettivamente nella società e che non percepiscono alcuna retribuzione contrattuale come corrispettivo, né il versamento da parte della società di contributi previdenziali in qualità di lavoratori dipendenti; •
  • i parenti o affini del titolare o dei titolari, che prestano lavoro senza il corrispettivo di una prefissata retribuzione contrattuale né il versamento di contributi previdenziali.

Nel registro Asia tutte le imprese impiegano almeno un lavoratore indipendente. I lavoratori dipendenti comprendono sia i residenti sia i non residenti che lavorano per le imprese localizzate nel territorio nazionale.

Sono lavoratori dipendenti tutte le persone iscritte nei libri paga, anche se responsabili della gestione dell’impresa e in particolare i dirigenti, i quadri, gli impiegati e gli operai, a tempo pieno o part time; gli apprendisti; i lavoratori a domicilio iscritti nei libri paga; i lavoratori stagionali; i lavoratori con contratto di formazione e lavoro; i lavoratori con contratto a termine; i lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni; i soci di cooperativa iscritti nei libri paga; gli studenti che contribuiscono formalmente al processo produttivo in cambio di una remunerazione e/o di una formazione. Le persone occupate sono calcolate in termini di media annua, pertanto i valori relativi agli addetti non sono numeri interi e derivano dalla somma dei lavoratori dipendenti medi e degli indipendenti medi.

Confrontabilità

La confrontabilità con i dati rilevati dal Censimento 2001 è limitata dalle differenze presenti nelle definizioni e classificazioni utilizzate (anche a seguito di variazioni intervenute nei regolamenti dell’UE). In particolare le differenze riguardano:

  • il periodo di riferimento. Le informazioni del registro Asia si riferiscono ad un dato medio calcolato nell’anno di riferimento, mentre i dati censuari colgono la situazione di un dato giorno (il 22 ottobre). Le unità censite costituiscono quindi un sottoinsieme delle unità attive secondo il registro Asia; •
  • la classificazione delle attività economiche. Le unità produttive di ASIA sono ordinate, come stabilito da Eurostat, secondo la classificazione Ateco 2002 o 2007, quelle censuarie secondo l’Ateco 1991.
  • l’universo di riferimento, in quanto, come detto precedentemente, nell’archivio ASIA sono escluse alcune attività economiche.


Dall’anno 2009 l’archivio Asia per la regione Emilia-Romagna include anche le imprese e le unità locali presenti sul territorio dei comuni dell’Alta Valmarecchia.

Tali comuni sono aggregati alla regione Emilia-Romagna, nell’ambito della provincia di Rimini, a seguito della Legge del 3 agosto 2009, n. 117. Si tratta di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello.

Diffusione di variabili in forma disaggregata

In attuazione di quanto previsto dall’articolo 4, comma 2 del Codice di deontologia e di buona condotta per i trattamenti di dati personali a scopi statistici e di ricerca scientifica effettuati nell’ambito del Sistema statistico nazionale, il Programma statistico nazionale 2008-2010 – Aggiornamento 2009-2010 individua gli archivi Asia-imprese e Asia-Unità locali come progetti per i quali è consentita la diffusione di variabili in forma disaggregata in considerazione delle particolari esigenze conoscitive che debbono essere soddisfatte.

“La forma disaggregata configura una deroga al segreto statistico previsto dall’art. 9 del d.lgs n.322/1989, in quanto consente che i dati statistici siano diffusi anche in forma tale da rendere individuabili singole unità di rilevazione. Tale deroga deve trovare supporto in forti motivazioni; non è sufficiente un generico richiamo alla necessità di “soddisfare particolari esigenze conoscitive anche di carattere internazionale e comunitario”, essendo indispensabile che queste vengano sufficientemente esplicitate in sede di proposta e sottoposte ad analisi ed approfondimenti adeguati nell’ambito dell’istruttoria relativa ad ogni singolo caso.” (Programma statistico nazionale 2008-2010 – Aggiornamento 2009-2010 ) In particolare le variabili degli archivi Asia che possono essere diffuse in forma disaggregata sono: attività economica, localizzazione (fino al livello di dettaglio comunale), addetti, forma giuridica, numero di imprese, numero di unità locali, carattere artigiano dell’impresa, diffusione territoriale, classi di fatturato. Tale proposta nasce dalla constatazione che le informazioni presenti nei suddetti archivi costituiscono un aggiornamento dei dati di fonte censuaria relativi alla struttura economica ed occupazionale, la cui conoscenza è stata ritenuta di particolare interesse dal legislatore che, con l’art. 37, comma 2, lett. e), della legge 17 maggio 1999, n. 144 (Disposizioni in materia di Censimenti), esplicitamente ne ha autorizzato la diffusione fino al dettaglio comunale, anche nei casi di frequenza inferiore a tre unità.

Modifiche dal 2011

In occasione del Censimento industria e servizi 2011 anche l’Archivio Statistico delle Imprese Attive Asia, di fonte Istat, è stato interessato da alcuni cambiamenti nelle metodologie e nelle definizioni. In particolare sono state introdotte importanti innovazioni nel processo di aggiornamento del registro e nella stima dei caratteri delle imprese, utili ad aumentare la qualità delle informazioni diffuse, con un significativo miglioramento nella futura tempistica di diffusione dei dati.

Queste migliorie hanno tuttavia portato all’interruzione delle serie storiche di Asia, limitando notevolmente le possibilità di confronto dei dati riferiti al 2011 con quelli delle annualità precedenti. Per questo motivo nelle tavole e nei dataset presenti o scaricabili sul portale di statistica della Regione Emilia-Romagna si è scelto di implementare due “spazi” ben distinti; nel primo è possibile reperire i dati su imprese e unità locali delle imprese per gli anni dal 2007 al 2010, mentre il secondo è dedicato a quelli dal 2011 in poi.

In questo documento vengono illustrate le principali innovazioni introdotte dall’Istat nella costruzione dell’archivio Asia, riproducendo la nota metodologica Istat (reperibile per intero al link: http://www.istat.it/it/archivio/106814).
Nell’ultima parte vengono riportate alcune tabelle di confronto tra l’anno 2011 e l’anno 2010 ricostruito da Istat applicando a posteriori le metodologie introdotte dall’anno di riferimento 2011.

Le principali innovazioni del processo di aggiornamento del registro Asia

Con riferimento allo stato di attività delle imprese, la nuova metodologia abbandona la procedura basata su modelli di natura probabilistica, utilizzata precedentemente, per adottare criteri di tipo deterministico che fanno uso in via prioritaria dei segnali di attività “reale” quali la presenza di occupazione o di una dichiarazione di volume di affari di valore adeguato a far supporre l’unità come attivamente operante sul mercato. In sintesi sono considerate attive tutte le imprese che hanno occupazione in senso “allargato” sia interna sia esterna. Tra le unità senza occupazione sono invece considerate attive le imprese che dichiarano un volume di affari superiore ad almeno il 50 per cento di un certo valore soglia: tale valore equivale al costo medio di un lavoratore nello stesso settore e nella stessa ripartizione geografica, calcolato utilizzando la media delle retribuzioni degli occupati dipendenti, per la sola tipologia di occupati “operai” e in condizione di full-time.

Con riferimento alla variabile occupazione, il miglioramento nelle stime è stato possibile grazie a nuove fonti amministrative sulla struttura dell’occupazione nelle quali sono derivabili informazioni sul legame tra lavoratore e impresa. L’utilizzo di queste fonti e la necessaria introduzione di nuove metodologie per il loro trattamento ha portato a migliorare la stima degli occupati interni, ossia gli addetti dell’impresa nelle due componenti di indipendenti e dipendenti e ad aggiungere la componente esterna di occupazione costituita da collaboratori a contratto e da lavoratori temporanei (ex interinali).

Definizioni e nuova metodologia per la misura dell’occupazione

Con il Censimento virtuale del 2011 si è rivisto complessivamente il sistema classificatorio dell’occupazione per garantire una migliore coerenza dell’intero sistema informativo delle statistiche economiche e della Contabilità Nazionale e una migliore coerenza con gli standard internazionali tramite l’adozione di un framework concettuale comune e metodi armonizzati di stima.

I principali elementi innovativi introdotti riguardano la revisione della definizione e delle regole operative di identificazione e di misura degli occupati indipendenti, dipendenti ed “esterni” di una impresa (collaboratori, lavoratori temporanei) nonché la produzione di informazioni sulle caratteristiche dei lavoratori e del rapporto di lavoro. Questo grazie ad una struttura informativa che permette di collegare ciascun individuo lavoratore (con le sue caratteristiche) con l’impresa (con le sue caratteristiche) in cui svolge l’attività lavorativa per tramite di un rapporto di lavoro (con le sue caratteristiche). È possibile dunque ricavare misure dell’occupazione, sia in termini di teste che di posizioni lavorative medie (anno). Le posizioni lavorative posso essere calcolate classificate per le caratteristiche sia dell’individuo sia dell’impresa.

I lavoratori dipendenti sono tutte le persone che lavorano, con vincoli di subordinazione, per conto di una impresa, in forza di un contratto di lavoro, esplicito o implicito, e che percepiscono per il lavoro effettuato una remunerazione in forma di salario, stipendio, onorario, gratifica, pagamento a cottimo o remunerazione in natura. In termini di posizioni lavorative sono:

  • posizioni lavorative di individui che in un dato periodo sono retribuiti e si trovano al lavoro;
  • posizioni lavorative di individui che in un dato periodo sono retribuiti ma che temporaneamente non sono al lavoro per malattia, maternità o cassa integrazione;
  • posizioni lavorative di individui che in un dato periodo sono assenti dal lavoro anche per lunga durata e che non ricevono retribuzione dal datore di lavoro pur avendo l’accordo di tornare al lavoro a una data fissata. Possono ricevere compensi o benefits dal pubblico o privato diversi dal datore di lavoro, come nel caso di congedo non retribuito per maternità, malattia o motivi personali.

Altro elemento di novità è il calcolo delle posizioni lavorative medie, in quanto le nuove fonti forniscono un dettaglio di presenza della posizione lavorativa per ogni settimana del mese, mentre precedentemente il dato medio era ricavato utilizzando le somme mensili a livello di impresa delle posizioni contributive dei relativi dipendenti. Tutto questo permette una misura più precisa della quantità di lavoro dipendente effettivamente utilizzata dalla unità economica.

I lavoratori indipendenti svolgono la propria attività lavorativa in una impresa, senza vincoli formali di subordinazione, con una remunerazione avente natura di reddito misto di capitale e lavoro. Rientrano fra gli addetti indipendenti:

  • gli imprenditori individuali, i liberi professionisti e i lavoratori autonomi;
  • i familiari coadiuvanti se prestano lavoro nell’impresa senza il corrispettivo di una prefissata retribuzione contrattuale e versano i contributi per le assicurazioni previdenziali o di infortunio sul lavoro;
  • i professionisti, con o senza partita Iva individuale, che partecipano, indipendentemente dalla quota di partecipazione, a studi associati;
  • i soci delle società di persone o di capitali, se non iscritti nella gestione ordinaria dell’Inps (compreso il Dmag), a condizione che effettivamente partecipino all’attività lavorativa nella società.

Per la componente degli occupati indipendenti vi sono state rilevanti modifiche sia di carattere definitorio sia di metodi per l’identificazione e la misura.

L’approccio precedente era basato sull’idea che il lavoro indipendente esiste sempre in una impresa poiché rappresenta la funzione di coordinamento e gestione dell’impresa stessa. Quindi nel registro tutte le imprese impiegavano almeno un lavoratore indipendente.

Il nuovo approccio si basa sull’identificazione dell’indipendente che effettivamente svolge una attività all’interno dell’impresa in cambio di una remunerazione (reddito misto). L’innovazione ha portato alla necessità di definire i criteri per individuare le diverse modalità con cui è svolto il lavoro da un indipendente all’interno di una società.

L’identificazione dei lavoratori indipendenti è sviluppata in maniera differente con riferimento alle diverse tipologie di forme giuridiche:

  • per le imprese individuali la figura dell’indipendente corrisponde al titolare dell’impresa e, laddove presenti, ai familiari coadiuvanti;
  • per le imprese con forma di consorzio, ente pubblico economico, o in caso di branch di imprese estere, proprio per la natura della forma giuridica, non si considera ammissibile la presenza di lavoro indipendente;
  • per le società, i lavoratori indipendenti sono le persone che sono uniche proprietarie, o comproprietarie delle imprese non costituite in società in cui lavorano. In deroga a tale principio, si è tenuto conto della presenza rilevante, nelle imprese italiane costituite in società, di soci che lavorano nelle società stesse, in particolare nelle società di persone, artigiani e commercianti, che presentano tutte le caratteristiche del lavoro indipendente.

Pertanto per le società di persone e per quelle di capitali la figura dell’indipendente corrisponde al socio, amministratore o meno, che si remunera con un reddito misto, ossia si versa i contributi per il lavoro che svolge (presso la gestione degli artigiani e commercianti) e/o percepisce un compenso per la carica che svolge all’interno della società (contributi versati alla gestione separata Inps).

Nelle società di persone, dove prevale l’elemento soggettivo, rappresentato dai soci, rispetto al capitale, è sempre presente l’occupazione indipendente (a meno di casi eccezionali in cui tutti i soci sono lavoratori dipendenti perché iscritti alla gestione ordinaria Inps come dipendenti).

Per le cooperative, l’informazione sui soci lavoratori proviene da informazioni non dirette, non disponendo della struttura societaria, e in particolare deriva o da informazioni proxy (ad esempio è noto che la maggior parte dei Consiglieri – carica prevalente nelle cooperative – siano scelti tra i soci) o dalla fonte Inps, gestione separata, dei parasubordinati collaboratori dove sono esplicitamente indicati come soci lavoratori di cooperative.

Nelle società di capitali, dove il capitale ha una prevalenza concettuale e normativa rispetto all'elemento soggettivo rappresentato dai soci, si può verificare l’assenza di occupazione indipendente. In base a tale principio dunque si può verificare che le società di capitali nel registro risultino senza occupazione. Inoltre, anche l’appartenenza ad un gruppo di imprese è stato un elemento rilevante nel processo di attribuzione dell’occupazione indipendente in tali società.

Per identificare il lavoratore indipendente in base alla nuova definizione di remunerazione per il lavoro svolto nelle società sono state utilizzate variabili proxy quali la presenza di versamenti contributivi di tipo previdenziale o per le assicurazioni su infortuni del lavoro. Inoltre le transazioni economiche che si evidenziano fra società e socio (ricavabili dalla nuova fonte Inps della gestione separata parasubordinati) sono considerate come una “remunerazione” del lavoro svolto dal socio per la società. Un’altra novità che ha caratterizzato il nuovo processo di individuazione dell’occupazione indipendente dunque consiste nell’aver classificato come lavoratori indipendenti parte dei Parasubordinati (Amministratori e Co.Co.Co.) se soci dell’impresa.

Per quanto riguarda gli occupati esterni sulla base delle definizioni adottate sono classificati nel personale esterno le seguenti tipologie:

  • i parasubordinati collaboratori (che comprendono i collaboratori a contratto, occasionali, amministratori non soci e altre tipologie contrattuali) che risultano inscritti alla gestione separata Inps e che non svolgono con propria partita Iva una attività di impresa;
  • i lavoratori con contratto di somministrazione – interinali – per i quali grazie alla fonte amministrativa (Inail) è stato possibile individuare i flussi di lavoratori tra l’impresa fornitrice e quella utilizzatrice;
  • l’utilizzo della fonte sulle denunce mensili dei contribuenti dello sport e dello spettacolo (Enpals) ha permesso di conoscere nuove forme di lavoratori con contratti di lavoro di tipo autonomo per i quali l’impresa versa dei contributi.

 

Per tutte le tipologie occupazionali il calcolo delle posizioni lavorative è basato sulla presenza del lavoratore nella settimana.

Il confronto tra 2011 e 2010

Al fine di misurare l’evoluzione nella struttura delle imprese dal 2011 al 2010 e rendere comparabili le informazioni delle due diverse popolazioni di imprese attive, i cui dati sono il risultato dell’applicazione di metodologie diverse, Istat ha realizzato un complesso processo di ricostruzione dei dati riferiti all’anno 2010, simulando le stesse innovazioni di processo e di prodotto che hanno portato alla profonda revisione del registro per il 2011. Queste informazioni, tuttavia non disponibili per la diffusione in termini di microdati, sono state utilizzate per la valutazione del processo di revisione dei processi di aggiornamento di Asia. Purtroppo a livello regionale sono stati proposti da Istat solamente confronti sui totali e su quattro macrosettori sia per la consistenza delle imprese attive che per i relativi addetti.

 

Tavola 1 – Imprese e addetti per settore economico. Emilia-Romagna - Anno 2011 (valori assoluti) e variazioni rispetto al 2010 (variazioni percentuali rispetto al 2010 ricostruito con la nuova metodologia)

 

Valori assoluti 2011

 

 

Variazioni % 2011/2010 (2010 rivisto con nuova metodologia)

Settori economici

Totale

 

Settori economici

Totale

Industr. in senso stretto

Costruz.

Commer., trasporti, alberghi

Altri servizi

 

Industr. in senso stretto

Costruz.

Commer., trasporti, alberghi

Altri servizi

Imprese

40.146

51.952

125.071

153.609

370.778

 

-3,7

-6,2

-3,2

-1,4

-2,9

Addetti

478.467

138.809

505.804

456.508

1.579.588

 

-1,3

-4,8

0,3

1,0

-0,5

Confrontando le variazioni tra l’anno di riferimento 2011 prima con il 2010 ricalcolato con le nuove metodologie (Tavola 1) e poi con il 2010 prodotto con le precedenti metodologie (in quest’ultimo caso operando quindi un confronto non corretto) (Tavola 2) è possibile avere una idea (seppur blanda) dell’impatto delle nuove metodologie applicate e di dedurre implicitamente l’opportunità di interrompere le serie storiche.

 

Tavola 2 – Variazioni percentuali 2011/2010 NON CORRETTE, ottenute utilizzando il 2010 NON RIVISTO CON LA NUOVA METODOLOGIA ISTAT (ovvero il 2010 NON RICALCOLATO, ma il 2010 precedentemente diffuso) (NON UTILIZZARE)

TAVOLA DA NON UTILIZZARE

 

Variazioni % 2011/2010 (NON rivisto con nuova metodologia)

 

Settori economici

Totale

Industr. in senso stretto

Costruz.

Commer., trasporti, alberghi

Altri servizi

Imprese

-1,9

-7,9

-2,0

-2,3

-3,0

Addetti

-2,3

-8,9

-1,3

-3,6

-3,0

Tale deduzione è confermata dal fatto che l’analogo confronto operato da Istat a livello nazionale declinato per settore e forma giuridica di impresa permette di concludere che le variazioni metodologiche e definitorie implementate impattano in maniera non omogenea riguardo entrambe le variabili classificatorie. È inoltre probabile che questa disomogeneità possa anche acuirsi considerando territori più limitati come le regioni o i sistemi locali del lavoro. Per il dettaglio della valutazione delle nuove metodologie fare riferimento alle tavole allegate al comunicato Istat (http://www.istat.it/it/archivio/106814).

 

 

 

 

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ultima modifica 2021-10-06T13:23:06+01:00
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