Le chiamate al 1522, il numero antiviolenza e stalking, durante la pandemia Covid-19
Gli helplines sono servizi di aiuto e contrasto alla violenza di genere, previsti dalla Convenzione di Istanbul del 2011, sottoscritta dal nostro Paese il 27 settembre 2012.
In Italia, il numero verde 1522, messo a disposizione dal Dipartimento per le Pari Opportunità, offre supporto a coloro che vivono personalmente o indirettamente una situazione di pericolo e disagio dovuto a stalking, minacce e violenza.
Le informazioni fornite durante la telefonata vengono registrate su una piattaforma informatizzata e dal gennaio 2013 viene resa disponibile una sintesi del monitoraggio.
L'analisi di tali dati costituisce una chiave di lettura utile alla comprensione delle dinamiche del fenomeno della violenza e dello stalking e restituisce un profilo che si avvicina notevolmente alle caratteristiche già rilevate dalle indagini campionarie condotte da Istat sulla stessa tematica.
L'Istat ha condotto uno studio sui dati raccolti attraverso sistemi informativi del numero verde 1522 nel periodo compreso tra marzo e giugno 2020.
Le unità di analisi sono la chiamata (telefonica o via chat) al numero 1522 e l'individuo: la stessa persona può chiamare diverse volte il numero in un dato arco di tempo.
Tra tutte le chiamate considerate valide (ovvero pertinenti all'attività del numero verde) le informazioni raccolte sono suddivise nelle macrocategorie ‘Utenti' e ‘Vittime'. Le vittime sono coloro che hanno subito qualche forma di violenza e/o stalking, di cui si raccolgono alcune caratteristiche socio-anagrafiche, non disponibili invece per gli utenti complessivi del servizio.
Il sistema informativo sul numero verde 1522 permette la disaggregazione a livello regionale di alcune informazioni.
La chiamata al numero verde 1522 sembra aver rappresentato anche in Emilia-Romagna uno strumento di grande sostegno per le donne nel periodo del lockdown: l'aumento delle chiamate nel periodo marzo-giugno 2020, rispetto allo stesso periodo degli anni passati, non ha precedenti.
Il numero delle utenze, cioè le telefonate al numero verde 1522 avviate per chiedere aiuto, protezione o consulenza, a difesa di una violenza o stalking, è stato in Emilia-Romagna pari a 804 casi, più del doppio delle chiamate registrate nello stesso periodo del 2019 (365) e 3,7 volte il dato del 2017, pari a 216 casi, dato minimo dall'avvio del monitoraggio del servizio nel 2013.
Le chiamate riconducibili a vittime di violenza o stalking rilevate dal numero verde 1522 in Emilia-Romagna sono 377, sempre nel periodo marzo-giugno 2020. Le chiamate da vittime del 2020 sono oltre il doppio delle 171 del periodo marzo-giugno 2019, oltre il triplo di quelle riferite al 2017 e in numero uguale a quanto rilevato nel corrispondente periodo del 2013.
Pur non potendo distinguere tra chiamate afferenti alla stessa utenza, alla persona che chiama viene chiesto se sia la prima volta o meno che si rivolge al numero verde. In Emilia-Romagna, nel periodo del lockdown, è aumentata molto la frequenza dei primi contatti, passando da 289 nel 2019 a 683 nel 2020 (+394 casi). All'aumento complessivo delle chiamate contribuiscono anche i secondi contatti: tra marzo e giugno del 2020 sono 121 i casi di contatto successivo al primo, 45 in più rispetto al 2019 e 70 in più rispetto allo stesso periodo del 2018.
Alcune evidenze dall'analisi a livello nazionale
Il quadro del fenomeno della violenza sulle donne, emerso a livello nazionale tra marzo e giugno 2020, è preoccupante. Il lockdown, imposto come misura di contenimento della pandemia, ha sottoposto le donne a un rischio altissimo rispetto alle forme di violenza subite tra le mura domestiche.
Il numero delle chiamate valide al 1522 è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, passando da 6.956 a 15.280.
La crescita delle richieste di aiuto tramite chat è quintuplicata passando da 417 di marzo -giugno 2019 a 2.666 messaggi nel 2020.
Si stima che delle 15.280 utenze che hanno contattato il 1522 circa 6.494 siano riconducibili a vittime di violenza.
Le vittime sono quasi esclusivamente donne, in tre quarti dei casi coniugate o single, prevalentemente di nazionalità italiana; le classi di età centrali, tra i 25 e i 54 anni, le più a rischio. Nella maggioranza dei casi rilevati, oltre un terzo, le vittime hanno un'occupazione, ma molte sono anche disoccupate (circa 25%), casalinghe o ritirate dal lavoro (circa 10% entrambe le categorie).
La forma di violenza più frequente, subita da oltre 3.000 vittime, è quella fisica, segue la forma di violenza psicologica in un numero di casi molto alto, 2.285.
Inoltre, sempre a livello nazionale nel periodo di rilevazione marzo-giugno 2020, la violenza sessuale è stata dichiarata in 277 casi di richiesta di aiuto.
Nella maggioranza dei casi, oltre 4.200, la vittima riporta ripetuti episodi di violenza in una situazione che durava da anni.
La violenza riportata è soprattutto domestica, agita prevalentemente da coniugi/conviventi o da altri familiari e si stima che tra marzo e giugno 2020, circa 1.900 figli minorenni abbiano assistito alle violenze perpetrate in casa.
Dal racconto che le vittime fanno alle operatrici del 1522 emerge che la violenza domestica, proprio perché agita in un contesto familiare, difficilmente viene denunciata.
La maggior parte delle motivazioni della non denuncia ricade nel fenomeno delle pressioni psicologiche (esplicite o implicite) da parte del contesto familiare, per le conseguenze negative che si possono generare in esso con una denuncia: queste motivazioni passano dal 19,5% del 2019 al 27,4% del 2020.
L'altro importante motivo della mancata denuncia è la paura: generica (13%) o della reazione del violento (11%). Circa il 4% per cento delle persone motivano il ritiro della denuncia perché invitate direttamente dalle FF.OO a farlo o perché hanno poca fiducia in queste ultime mentre per circa il 6% delle vittime la mancata denuncia viene relazionata all'esigenza concreta di non avere un posto sicuro dove andare.
Oltre 5.000 chiamate di aiuto da parte di vittime sono state traferite ad un altro servizio, di cui, oltre 4.500 ai Centri e Servizi Antiviolenza.
Accanto alla richiesta di aiuto da parte delle vittime di violenza sono aumentate anche le chiamate per avere informazioni sulla tipologia di servizi offerti dal 1522 (il 23,9% del totale delle chiamate valide).
Le campagne di sensibilizzazione promosse dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri sui canali televisivi e sui social, tra la fine di marzo ed aprile 2020, sono state molto efficaci rafforzando il messaggio dell'importanza della richiesta di aiuto per uscire dalla violenza.
Per approfondimenti è possibile consultare il comunicato Istat e le pagine dedicate alla violenza sulle donne durante il periodo del Covid-19.