Rallentamento dell'inflazione ad aprile 2022

In Emilia-Romagna, dopo l'impennata dei prezzi al consumo del primo trimestre 2022 e il picco di marzo al +6,3%, ad aprile si registra un +5,8%. Dati Istat.

Dopo le dinamiche inflattive del 2021 (oggetto di una precedente news), il primo trimestre 2022 si caratterizza per una ulteriore impennata dell'indice dei prezzi su base tendenziale (ovvero in confronto con l'indice dello stesso periodo dell'anno precedente). Gennaio 2022 registra per l'Emilia-Romagna il +5,2% rispetto a gennaio 2021, febbraio il +5,6%, marzo tocca il +6,3%, variazione più elevata a partire dall'anno 2000.

Questo andamento, su cui incide anche la crisi geopolitica ucraina, è guidato dagli aumenti dei prezzi nel settore energetico e nei trasporti: a marzo la divisione Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili segna il +27,5%, quella Trasporti il +10,0%.

Le dinamiche inflattive nazionali indicano variazioni tendenziali di qualche decimo di punto percentuale superiori a quelle riscontrate in Emilia-Romagna, sia per febbraio (+5,7%) che per marzo (+6,5%). 

Il secondo trimestre 2022 si apre con un netto rallentamento dell'aumento dei prezzi, sia per l'Emilia-Romagna, con il tasso tendenziale di aprile al +5,8%, sia a livello nazionale, +6% (tavola Serie storica mensile, Emilia-Romagna e Italia, 2021 e 2022 (csv613 bytes)).

Grafico: Variazioni mensili del NIC. Emilia-Romagna e Italia - Anni 2021 e 2022 (variazioni percentuali sullo stesso mese dell'anno precedente). I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.

Il rallentamento dell'inflazione ad aprile su base tendenziale si deve ancora una volta prevalentemente ai beni energetici, i cui prezzi continuano ad aumentare ma con intensità minore. La crescita per questa componente del paniere dei prezzi passa infatti dal +51,0% di marzo al +40,5% di aprile per l'Emilia-Romagna e dal +50,9% di marzo al +39,5% per l'intero territorio nazionale. Istat attribuisce tale andamento all'inclusione del bonus energia (elettricità e gas) nel calcolo degli indici dei prezzi al consumo, resa possibile dalla disponibilità di stime sulla platea dei beneficiari (estesa dal primo aprile fino a comprendere circa 5 milioni di famiglie sul territorio nazionale, 3 per il bonus elettricità e 2 per il bonus gas, con valenza retroattiva dal primo gennaio 2022).

In Emilia-Romagna i Beni vedono, nel loro complesso, un rallentamento dell'inflazione di circa 1 punto percentuale (passati dal +9,8% di marzo al +8,9% di aprile), mentre accelerano lievemente quelli dei servizi (dal +2,2% al +2,4%); si riduce quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei Beni (da -7,6 punti percentuali di marzo a -6,5 di aprile).

Analizzando il comportamento delle 12 divisioni di spesa in Emilia-Romagna, sempre per il mese di aprile, emerge che quelle il cui incremento risulta ancora molto alto sono la divisione relativa ad Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, cresciuta su base annua del 24,3% (si nota un rallentamento dal +27,5% registrato a marzo) e quella dei Trasporti, cresciuta del 9,1% rispetto ad aprile 2021 (anche in questo caso si assiste a un rallentamento rispetto al tendenziale di marzo che era al 10,0%).

Risultano superiori al 4% anche gli incrementi fatti registrare su base annua dai Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+5,6%, stesso dato di marzo) e dai Mobili, articoli e servizi per la casa (+4,9%, rispetto al +4% di marzo).

Ad aprile, a fianco alle due divisioni che hanno contribuito a moderare gli incrementi dell'indice NIC nell'ultimo anno, cioè quella delle Comunicazioni e quella relativa all'Istruzione, rispettivamente al -3,6% e al -0,6% su base annua, presentano una variazione tendenziale negativa anche la divisione Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,3%) e quella delle Bevande alcoliche e tabacchi (-0,1%).

Entrando ulteriormente nel dettaglio delle divisioni di spesa, scendendo quindi al livello di gruppo di spesa, tra i gruppi con un peso rilevante sull'andamento dell'indice dei prezzi, si nota come quello con la crescita più sostenuta sia quello di Elettricità, gas e altri combustibili che, dopo gli incrementi continui e molto intensi fino a marzo 2022 (+68,5%), ad aprile risulta in rallentamento, facendo registrare un pur sempre alto +59,0%.

Gli altri gruppi la cui crescita risulta molto rilevante sono quello delle Spese di esercizio di mezzi di trasporto, anch'esso in rallentamento al +11,4% dopo il +15,6% di marzo 2022 (aumenti causati dall'impennata dei prezzi dei carburanti), quello dei Beni durevoli per ricreazione e cultura cresciuto su base annua del +10,3% (gruppo che contiene, ad esempio, da un lato gli strumenti musicali e dall'altro beni tipo i camper o le imbarcazioni e il cui peso sul paniere è piuttosto esiguo). Tra i gruppi che ad aprile registrano variazioni in calo su base annua si segnalano i Pacchetti vacanza (che, dopo la ripresa in doppia cifra del primo bimestre, registrano un -15,2%), gli Apparecchi telefonici e telefax (-9,9%), gli Apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici (-8%), l'Istruzione universitaria (-3,4%) e le Assicurazioni (-2%). 

L'ulteriore livello di analisi dei prezzi, disponibile sulla banca dati online di Istat solo per l'intero territorio nazionale, rappresenta l'andamento dell'indice dei prezzi per sottoclassi di prodotto (ECOICOP a 5 cifre). Le sottoclassi che ad aprile hanno avuto gli incrementi maggiori rispetto all'anno precedente sono quella dei Voli europei (+91%), seguita da quella di Energia elettrica a mercato tutelato (+67,6%, in forte rallentamento dal +103,4% registrato sia a febbraio che marzo) e quella di Energia elettrica a mercato libero (+67,2%, in lieve crescita dal 65,5% di marzo); considerevole la crescita anche per gli Altri oli alimentari (+65,3%), mentre il Gas di città e gas naturale mercato tutelato decrementa la sua crescita (+62,4% rispetto al +86,5% di tutto il trimestre precedente). Molto rilevanti, tra le sottoclassi il cui peso è influente sull'andamento del paniere, gli aumenti della Benzina (+13%) e del Gasolio (+45,7% quello per riscaldamento e +23,1% quello per mezzi di trasporto); tra i beni alimentari, oltre ai già citati Altri oli alimentari, in forte crescita le Pere (+25,8%) e la Farina e altri cereali (+17,1% come effetto diretto della guerra in Ucraina). Tra le variazioni in calo si segnalano quelle degli Apparecchi per la ricezione, registrazione e riproduzione di immagini e suoni (sottoclasse che include le televisioni, in calo del 20,8%), degli Apparecchi per la telefonia mobile (-11,8%) dei Computer portatili, palmari e tablet (-12,5%), dei Pacchetti vacanza nazionali (-11,4%) e di quelli internazionali (-10,4%).

I dati sull'Indice dei prezzi per l'Intera Collettività Nazionale (NIC), oltre che con la consueta classificazione in divisioni/gruppi/etc, vengono presentati da ISTAT anche con la classificazione in tipologie (beni/servizi). I beni energetici sono una di queste tipologie, tipologia non direttamente riconducibile al gruppo Elettricità, gas e altri combustibili in quanto include anche i carburanti per mezzi di trasporto e altri beni energetici relativi all'autotrazione.

Il sistema dei prezzi al consumo

L'inflazione è il processo di aumento del livello dei prezzi dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Un'inflazione positiva corrisponde a una situazione in cui aumentano i prezzi, mentre un'inflazione negativa si verifica nel caso in cui i prezzi sono in calo (deflazione). L'inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno, chiamato paniere. L'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI, indice utilizzato per le rivalutazioni monetarie) e quello armonizzato a livello europeo (IPCA). Per gli organi di governo il NIC rappresenta uno dei principali parametri di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche.

L'indagine Istat sui prezzi si basa su un campione strutturato su due “anime”, quello derivante dalla rilevazione territoriale, in capo ai Comuni, e quella centralizzata, in capo a Istat.

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