Inflazione record nel 2022: aumento dei prezzi mai così alto da metà anni '80

Rallentamento dei rincari nei primi due mesi del 2023. Elaborazioni su dati Istat.

Sul fronte dell'andamento dei prezzi al consumo, il triennio appena terminato è stato caratterizzato da dinamiche altalenanti e di intensità tali che raramente si erano riscontrate nella storia del Paese. Ripercorriamo quindi questi tre anni.

2020

A livello nazionale, il 2020 si era concluso con una diminuzione dei prezzi in media annua, evento verificatosi solo tre volte dal 1954, da quando è disponibile la serie storica dell'indice NIC (l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale). La variazione negativa nel 1959 raggiunse lo 0,4% e, più recentemente, nel 2016, lo 0,1%. Nel 2020 la variazione annua negativa del NIC ha toccato lo 0,2%. A indirizzare il fenomeno è stato l'andamento dei prezzi dei beni energetici (-8,4% rispetto al 2019), analogamente a quanto accaduto nel 2016 e a differenza di quanto verificatosi nel 1959, quando fu dovuto anche ad altre tipologie di prodotto.

Nel primo anno di pandemia, l'Italia si è trovata in una situazione di deflazione per otto mesi consecutivi, a partire da maggio fino a dicembre.

In Emilia-Romagna la prima variazione negativa mensile rispetto allo stesso mese dell'anno precedente si è manifestata con due mesi di anticipo, già a marzo 2020, al deflagrare dell'emergenza sanitaria nel Nord Italia; e l'intero anno si è chiuso con una inflazione negativa annua dello 0,3%, quindi con una riduzione dei prezzi appena maggiore rispetto alla media nazionale.

2021

Il 2021 è stato un anno di transizione, che ha riportato le dinamiche dei prezzi su valori più usuali. La persistente situazione di deflazione del 2020, ritenuta sintomo di economie in difficoltà, si è interrotta nei primi mesi del 2021. L'indice dei prezzi aveva infatti mostrato il segno più già a gennaio, +0,4% rispetto a gennaio 2020, tanto in Emilia-Romagna quanto a livello nazionale. Questa inversione di tendenza si era poi via via rafforzata nel corso dell'anno, con una progressione costante dell'aumento dei prezzi, fino all'ulteriore accelerazione di dicembre 2021, in cui si è raggiunto un +3,9% sia in Emilia-Romagna sia a livello nazionale. Tanto che, in media annua, nel 2021, i prezzi sono aumentati in Emilia-Romagna del 2,0% rispetto al 2020, con un ritmo leggermente superiore alla media italiana (+1,9%). Una tale forza inflazionistica, determinata per lo più dalla ripresa dell'attività economica e della domanda di materie prime dopo la pandemia, non si vedeva dal 2012, anno in cui l'aumento dei prezzi toccò il livello del +3,0% in Italia e del +2,9% in Emilia-Romagna. Ancora una volta a guidare le tendenze in atto è stato il prezzo dei beni energetici (energia elettrica, gas e carburanti).

Ma la cavalcata dei prezzi era solo all'inizio (tavola Variazioni medie annue dell'indice dei prezzi al consumo, Emilia-Romagna e Italia, dal 2010 al 2022 (csv492 bytes)).

Grafico: Variazioni medie annue del NIC. Emilia-Romagna e Italia - Anni 2010-2022 (variazioni percentuali sull'anno precedente). I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.

2022

La tensione inflazionistica che si è manifestata progressivamente nel corso del 2021 si è acuita già nei primi due mesi del 2022, con aumenti di prezzi che hanno superato il 5% rispetto a gennaio e febbraio 2021, andando a raggiungere valori che non si registravano da fine 1995 (un periodo di cambi fluttuanti e di svalutazione della lira). Dopo l'episodico rallentamento dei rincari nel mese di aprile 2022, l'estate ha portato la ripresa della corsa dell'inflazione.

Il picco di questa accelerazione dei prezzi fuori dall'ordinario si è avuto a ottobre 2022, con aumenti tendenziali (ovvero rispetto allo stesso mese dell'anno precedente) che hanno superato abbondantemente la doppia cifra: +12,5% in Emilia-Romagna e +11,8% in Italia.

Una inflazione mensile così alta, a livello italiano, non veniva raggiunta da marzo 1984 (fu +11,9%).

Anche nel 2022 è la bolletta energetica a spingere in alto i prezzi, complice anche la crisi geopolitica che si è aperta ai confini orientali dell'Unione europea: i beni energetici arrivano a ottobre 2022 al +80,9% in Emilia-Romagna rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. L'impennata dei prezzi dei beni energetici già iniziata nel 2021, in parte attenuata dalle misure intraprese dal governo a sostegno delle famiglie, dunque non si arresta. E nel 2022 l'effetto si propaga sempre più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione (tavola Variazioni medie annue dell'indice dei prezzi al consumo per divisione di spesa, Emilia-Romagna e Italia, anno 2022) (csv756 bytes).

Grafico: Variazioni medie annue del NIC per divisione di spesa. Emilia-Romagna e Italia Anno 2022 (variazioni percentuali sul 2021). I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.

Il riscontro a questo fenomeno arriva dall'inflazione di fondo, quella calcolata al netto dei beni con i prezzi ritenuti più volatili, ovvero energetici e alimentari freschi, e dall'inflazione legata al cosiddetto carrello della spesa (beni alimentari, per la cura della casa e della persona). Queste due componenti dell'inflazione toccano, a ottobre, picchi che non si vedevano dagli anni '80. In particolare il carrello della spesa italiano non subiva rincari maggiori da giugno1983.

Negli ultimi due mesi del 2022 l'inflazione rimane pressoché stabile, ovvero i prezzi continuano ad aumentare di oltre il 10% su base annua.

Il 2022 si chiude con un aumento medio annuo sul 2021 dell'8,4% in Emilia-Romagna e dell'8,1% in Italia. A livello nazionale una inflazione annua così alta non si registrava dal 1985, periodo che era comunque caratterizzato da un contesto di crescita economica del Paese ancora sostenuta, mentre attualmente siamo di fronte più probabilmente a una espansione più estemporanea, dovuta al rimbalzo post-pandemia, su cui si è innestata la crisi energetica.

L'eredità che il 2022 ci lascia per il 2023 è l'inflazione acquisita, o di trascinamento. Si tratta della crescita media che si avrebbe nel 2023 se i prezzi rimanessero stabili per tutto l'anno. Questa a livello nazionale è pari a +5,1%, molto più ampia di quella osservata per il 2022, quando fu solo del +1,8%.

Primi due mesi del 2023

I primi dati del 2023 sembrano segnare l'inizio del ridimensionamento dell'inteso fenomeno inflattivo. I rincari tendenziali sono ancora particolarmente decisi, ma scendono sotto al 10%, valori che sembravano enormi fino a un anno fa ma che confrontati con gli ultimi mesi del 2022 assumono altro significato. In Emilia-Romagna, gennaio 2023 fa registrare un +9,9% sul gennaio 2022, e febbraio sembra confermare il trend, con un ulteriore rallentamento della crescita dei prezzi, +8,9% (tavola Variazione mensile dell'indice dei prezzi al consumo, Emilia-Romagna e Italia, 2021-2023 (csv808 bytes)).

 Grafico: Variazioni mensili del NIC. Emilia-Romagna e Italia - Anni 2021-2023 (variazioni percentuali sullo stesso mese dell'anno precedente). I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.

In definitiva gli ultimi tre anni sono stati contraddistinti da una notevole instabilità dei prezzi: una picchiata verso il basso nel 2020 e una ripresa nel 2021, che si è trasformata nel 2022 in una impennata tale che non si vedeva da 40 anni.

Tale turbolenza inflazionistica è principalmente dovuta alla complessa situazione internazionale che ha segnato il periodo, tra pandemia, ripresa dell'economia e della domanda globale, tensioni geopolitiche e conflitto in Ucraina, questi ultimi avvenimenti in gran parte responsabili dell'aumento dei prezzi della materia prima energetica, che si ripercuote inevitabilmente a cascata su molti altri settori economici.

L'altalena di prezzi che ha caratterizzato l'ultimo triennio ha comunque come saldo un notevole aumento del livello dei prezzi. Già la spinta inflazionistica del 2021 era stata più forte rispetto a quella deflattiva del 2020. Il 2022 ha intensificato questa tendenza.

Lo si evince analizzando la serie dei numeri indici del NIC, che fissa un valore base al 2015 e ne indica le variazioni annuali a partire sempre da quella base, convenzionalmente posta a valore 100. In Emilia-Romagna, nel 2019 il valore del numero indice è di 103,1, segnalando un aumento dei prezzi rispetto al 2015 del 3,1%. Nel 2020 il numero indice scende a 102,8, indicando da un lato un aumento dei prezzi rispetto al 2015 del 2,8% e conseguentemente una diminuzione rispetto al 2019. Nel 2021 il numero indice sale a 104,9 confermando non soltanto la tensione verso l'alto dei prezzi rispetto al 2020, ma evidenziando anche il superamento del livello dei prezzi del 2019. Nel 2022 il numero indice raggiunge il valore 113,7 cristallizzando che ora i prezzi sono di quasi il 14% più alti rispetto al 2015.

Ulteriori approfondimenti sono presenti sul Rapporto Indice dei prezzi al consumo in Emilia-Romagna e in Italia. Anno 2022 (pdf534.94 KB).

Per un quadro complessivo dell'andamento dei prezzi, sempre aggiornato all'ultima mensilità disponibile, è possibile fare riferimento alla visualizzazione grafica dedicata.

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Il sistema dei prezzi al consumo

L'inflazione è il processo di aumento del livello dei prezzi dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Un'inflazione positiva corrisponde a una situazione in cui aumentano i prezzi, mentre un'inflazione negativa si verifica nel caso in cui i prezzi sono in calo (deflazione). L'inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno, chiamato paniere. L'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI, indice utilizzato per le rivalutazioni monetarie) e quello armonizzato a livello europeo (IPCA). Per gli organi di governo il NIC rappresenta uno dei principali parametri di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche.

L'indagine Istat sui prezzi si basa su un campione strutturato su due “anime”, quello derivante dalla rilevazione territoriale, in capo ai Comuni, e quella centralizzata, in capo a Istat.

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