Redditi, consumi e povertà

Stime per piccole aree di indicatori di povertà per distretti sociosanitari e province dell'Emilia-Romagna

L'Indagine su reddito e condizioni di vita (anche nota come Eu-silc, acronimo di EUropean Statistics on Income and Living Condictions), concordata in sede europea, fornisce tutta una serie di informazioni sulle condizioni economiche e sulle condizioni di vita delle famiglie e costituisce una delle principali fonti di dati per i rapporti periodici pubblicati da Eurostat sulla situazione sociale e sulla diffusione della povertà in Europa.

In Italia, l'indagine, condotta annualmente da Istat, è di tipo campionario e consente di ottenere stime affidabili dei principali indicatori di povertà solo fino a livello di dettaglio regionale.

Ma i policy makers, al fine di delineare azioni politiche in risposta ai bisogni economici, sociali e ambientali delle comunità locali e a favore del benessere sociale del territorio, necessitano di stime disaggregate territorialmente, in particolare a livello di distretti sociosanitari e province. Di fatto, però, ad oggi, la statistica ufficiale non rende disponibili in maniera corrente stime disaggregate ad un livello territoriale così fine, qualora si utilizzino le procedure di stima tradizionali (i cosiddetti metodi di stima diretta, che Istat tipicamente impiega nelle indagini socioeconomiche). A livello di distretto sociosanitari e province, infatti, il numero delle unità campionarie è troppo esiguo per ottenere stime dirette efficienti.

Per risolvere il problema dell'inefficienza delle stime dirette dei parametri di povertà a livello di dettaglio sub-regionale, è possibile ricorrere a metodi di stima sperimentali, cosiddetti “per piccole aree”, che possono essere sviluppati seguendo un'impostazione “da modello”. In accordo a tali metodi, per contrastare la scarsa numerosità campionaria all'interno dei domini di stima, si suppone che tra i parametri di interesse esista una “relazione strutturale” che permette di migliorare la precisione delle stime in un dominio, utilizzando l'informazione proveniente da tutti gli altri domini e sfruttando l'informazione desunta da opportune variabili ausiliarie, note a livello di popolazione.

Fino 2018

Metodologie di stima per piccole aree sono state inizialmente impiegate, sulla base dei dati tratti da Eu-silc, a partire dall'edizione del 2008 fino all'edizione 2018, per ottenere le stime degli indicatori di povertà, diseguaglianza e deprivazione materiale per i distretti sociosanitari e le province dell'Emilia-Romagna.

Nello specifico, ci si è concentrati su tre indicatori di “povertà monetaria”, che utilizzano il reddito familiare disponibile come variabile di valutazione delle risorse disponibili all'interno delle famiglie, e su un indicatore che si basa invece sui segnali di deprivazione materiale espressi dalle famiglie. Gli indicatori sono:

  1. il Rischio di povertà, che misura la diffusione della povertà monetaria in relazione allo standard medio di benessere della società in cui si vive;
  2. il Gap mediano, che misura l'intensità della povertà monetaria;
  3. l'Indice di Gini, che misura i livelli di concentrazione del reddito tra le famiglie;
  4. la Grave deprivazione materiale, che è una misura non monetaria di povertà, legata all'incapacità di soddisfare bisogni ritenuti essenziali per vivere una vita dignitosa.

Dal 2019

A partire dall'edizione 2019 dell'Indagine Eu-silc, sì è scelto di stimare un diverso insieme di indicatori, in accordo con i nuovi obiettivi dettati della Agenda globale 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel settembre 2015 all'unanimità dai governi dei 193 Paesi membri dell'ONU. In particolare, tra i target dell'Obiettivo 1, è prevista la riduzione di almeno la metà entro il 2030 della percentuale di uomini, donne e bambini di ogni età che vivono in povertà, in tutte le sue dimensioni, in base alle definizioni nazionali.

Per i paesi membri dell'Unione Europea, nell'ambito della cosiddetta Strategia EU 2030, il Goal 1 dell'Agenda è monitorato mediante l'indicatore di rischio di povertà o esclusione sociale. Si tratta di un indicatore composito che, oltre alla povertà reddituale, considera la grave deprivazione materiale e la bassa intensità di lavoro, per descrivere le molteplici dimensioni del fenomeno della povertà.

Nello specifico, a partire dal 2019, sono quindi stimati i seguenti quattro indicatori:

  1. Rischio di povertà, quale misura di “povertà monetaria”
  2. Grave deprivazione materiale, quale misura di “povertà fattuale”
  3. Bassa intensità di lavoro, che misura la “povertà in chiave prospettica” legata alla scarsa partecipazione al mercato del lavoro
  4. Rischio di povertà o esclusione sociale, che è una sintesi dei tre precedenti indicatori.

Le stime per piccole aree sono la risultante di un progetto di ricerca pluriennale effettuata in collaborazione con Maria Rosaria Ferrante del Dipartimento di Scienze Statistiche dell'Università di Bologna ed Enrico Fabrizi del Dipartimento di Scienze economiche e sociali dell'Università Cattolica del S. Cuore di Piacenza.


Dati e rapporti di analisi

Si tenga presente che, essendo ottenute con metodologie diverse, le stime dello stesso indicatore fino al 2018 e dal 2019 in poi non sono confrontabili.

Stime per provincia - Tavole 2019-2021 (xlsx18.2 KB)

Stime per distretto socio-sanitario - Tavole 2019-2021 (xlsx26.14 KB)

Rapporto 2019-2021 (pdf5.52 MB)

Stime per provincia - Tavole 2008-2018

Stime per distretto socio-sanitario - Tavole 2008-2018

Rapporti di analisi fino al 2018

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ultima modifica 2024-01-30T13:17:25+01:00
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