Musei, Aree Archeologiche, Monumenti e complessi monumentali in Emilia-Romagna

Si è conclusa con la diffusione dei risultati l'Indagine sui Musei e le Istituzioni similari condotta dall’Istituto Nazionale di Statistica affiancato dalla Regione Emilia Romagna

Nel 2017 erano 428 i Musei aperti in Emilia-Romagna e questi, uniti alle 8 Aree Archeologiche e ai 46 Monumenti o complessi monumentali, costituiscono l’insieme dei 482 Istituti rilevati in occasione dell’Indagine sui Musei e le Istituzioni similari che l’Istat ha condotto nell’estate del 2018 e di cui ha recentemente diffuso i risultati.

In Emilia-Romagna, la Regione ha affiancato l’Istituto Nazionale di Statistica nelle fasi di rilevazione dei dati e di assistenza agli Istituti museali, fasi che si caratterizzavano per prevedere la compilazione/verifica di un questionario (già pre-compilato) e disponibile in un apposito spazio nel sito Web dell’Istat.

A livello nazionale, con i suoi 482 Musei e Istituzioni similari, l’Emilia-Romagna è risultata seconda solo alla Toscana (528) come numero di Musei e precede la Lombardia, terza per numerosità, con 409 Istituti.

Sempre a livello nazionale sono risultati aperti al pubblico 4.026 Musei, 293 Aree e parchi archeologici e 570 tra Monumenti e complessi monumentali: tutti questi 4.889 istituti nel corso dell’anno hanno complessivamente accolto 119 milioni di visitatori, il più elevato valore numerico di sempre; in Emilia-Romagna i visitatori sono stati 5,8 milioni, circa la metà dei quali sono stati dei visitatori paganti.

Bologna è la provincia che in regione ospita più Istituti di questo genere (99) e precede Parma (68), ma rilevante in tal senso è anche il contributo delle province di Ravenna (56), Modena (54) e Forlì-Cesena (53).

I Comuni sono, nel 47% dei casi, i titolari dei Musei e precedono di gran lunga sia il Ministero dei Beni culturali-MiBACT (7%) che gli Enti ecclesiastici (10%); questi ultimi sono ancora i soggetti più diffusi nell’ambito dei Titolari privati, una titolarità dove si segnala anche il ruolo di Associazioni (9%), Fondazioni (5%), Società di capitali (5%) ma anche di privati cittadini, anch’essi presenti come titolari nel 5% dei casi.

Per quanto riguarda la tipologia in cui possono essere classificati i Musei e gli istituti similari, in Emilia-Romagna sono presenti e ben diffusi in tutto il territorio i Musei di Arte (96), suddivisibili a loro volta in quelli che ospitano collezioni con opere che vanno dal Medioevo e arrivano fino all’800 (58) e in quelli che invece coprono solo il ‘900, arrivando fino ai giorni nostri (38 musei).

Anche i Musei «di Storia», comprendenti al loro interno le case di personaggi storici divenute case-museo, sono ben diffusi, con 62 casi e in numero simile troviamo anche quelli dell’eterogeneo gruppo dei Musei «tematici e/o specializzati» (63). Questi ultimi, raggruppano appunto quelle collezioni, anche di oggetti insoliti, che coprono un settore specifico e che nella nostra regione, da ultimo, si caratterizzano anche per una forte attenzione al patrimonio della cultura agro-alimentare.

A loro volta, questi ultimi non sono da confondere né con i tradizionali Musei etnografi né con gli innovativi Musei industriali o d’impresa: i primi (47) raccolgono le testimonianze materiali delle passate culture legate all’agricoltura mentre i secondi (17) sono spesso a fianco di imprese ancora in piena attività, documentandone l’evoluzione tecnica ed estetica.

Specificatamente dedicati poi all’evoluzione della tecnica e della scienza sono altrettanti Musei che raccolgono collezioni di quel genere (17) e quasi un identico riscontro numerico dei Musei etnografici lo troviamo per quegli istituti che hanno al centro della loro attenzione la Storia e le scienze naturali (41).

Quest’ultima tipologia segnala un’attenzione alle vicende naturali ed ambientali che sarà espressamente approfondita nel corso del Censimento dei Musei e delle Istituzioni similari, che l’Istat condurrà nella prossima primavera-estate e che coinvolgerà anche gli Eco-musei, rimasti esclusi dalla rilevazione riferita al 2017.

Per informazioni: Giovanni Sacchini (tel. 051.527.46.31)

Comunicato Istat

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ultima modifica 2019-04-17T11:05:01+02:00
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