La violenza di genere in Emilia-Romagna nel 2020. Pubblicato il quarto rapporto dell'Osservatorio regionale

Approfondimenti sull'impatto dell'emergenza sanitaria sui servizi territoriali e sulle possibilità per le donne vittime di violenze di chiedere aiuto e sostegno.

In vista della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'Onu nel 1999 per il 25 novembre di ogni anno, la Regione Emilia-Romagna ha pubblicato il quarto rapporto (2021) dell'Osservatorio regionale sulla violenza di genere.

Il documento, presentato dall'assessora regionale alle Pari opportunità Barbara Lori, insieme alla presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna Emma Petitti, ripercorre le aree di intervento contro la violenza di genere (governance, prevenzione, protezione) previste nel Piano regionale contro la violenza di genere approvato lo scorso 13 ottobre (DAL n.54 del 13 ottobre 2021), in analogia con gli assi di intervento indicati nella Convenzione di Istanbul.

Il rapporto si basa sull'elaborazione dei dati raccolti dall'Osservatorio, con il coordinamento dell'Ufficio di Statistica della Regione Emilia-Romagna, e approfondisce l'impatto che l'emergenza sanitaria ha avuto nel 2020 sul sistema dei servizi territoriali e sulle possibilità per le donne vittime di violenze di chiedere aiuto e sostegno.

La rete dei servizi antiviolenza: gli accessi e l'accoglienza nel 2020

Al 31 dicembre 2020 sono attivi in Emilia-Romagna 22 Centri antiviolenza, 44 Case rifugio e 16 Centri per uomini maltrattanti, di cui 7 centri pubblici LDV (Liberiamoci dalla Violenza) e 9 del privato sociale.

Nel 2020 sono 4.614 le donne che hanno preso contatto con un Centro antiviolenza dell'Emilia-Romagna, in calo rispetto alle 5.662 donne del 2019. Nel 2020 sono 3.316 le donne che hanno affrontato un percorso di uscita dalla violenza in uno dei centri del territorio e, di queste, 2.335 hanno iniziato il loro percorso proprio nel 2020. Nonostante l'apertura di un nuovo centro antiviolenza nella provincia di Rimini, il dato è in calo del 14% rispetto alle 2.724 donne che avevano intrapreso il percorso nel 2019.

Nel 2020, nelle Case rifugio (strutture a indirizzo segreto o riservato, che forniscono gratuitamente un alloggio sicuro a donne vittime di violenza, con o senza figli) sono state accolte 301 donne con 336 figli/e, per una permanenza complessiva nell'anno di 59.035 notti. Anche questi numeri sono in calo rispetto all'anno precedente, quando le donne accolte erano state 351 e i figli/e 384.

Sono invece aumentati gli uomini in percorso nei Centri per autori di violenza: in Emilia-Romagna, sono 409 gli uomini in percorso nel 2020 (+10,5% rispetto al 2019). Il 2020 è la prima intera annualità di applicazione della legge n. 69/2019, c.d. Codice rosso, che tra le modifiche procedurali, ha introdotto la sospensione condizionale della pena dei condannati per reati di maltrattamenti e violenze “subordinata alla partecipazione a specifici percorsi di recupero presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica o recupero”.

Gli accessi per causa violenta al Pronto Soccorso

Nel 2020, 3.081 donne hanno fatto almeno un accesso a uno dei Pronto Soccorso presenti sul territorio emiliano-romagnolo per cause riconducibili a potenziali episodi di violenza. Il dato è in calo di circa il 30% rispetto al 2019 ed è in linea con la diminuzione rilevata per tutta la popolazione femminile residente tra i 16 e i 70 anni che ha fatto accesso in Pronto Soccorso per qualsiasi causa. Tale andamento è fortemente collegato alle misure di gestione della pandemia, che ha imposto una riorganizzazione complessiva dell'assistenza sanitaria territoriale.

Se si guarda alle diagnosi in uscita, nel triennio 2018-2020 sono 1.919 le donne con almeno un accesso in pronto soccorso che si è concluso con diagnosi di violenza. Queste stesse donne si sono recate al pronto soccorso più volte nel corso dei tre anni: la media è di 4 accessi ripetuti per donna con almeno una diagnosi di violenza, contro la media di 2 accessi se si considera l'intera popolazione femminile.

Se nel 2018-2019 si osservava una media di 60 accessi al mese con diagnosi di violenza, nel 2020 la media è scesa a 40, con un minimo di 17 accessi registrati nel mese di aprile.

L'emergenza Covid-19 e le chiamate al numero verde 1522

Anche nei primi mesi di diffusione della pandemia, i centri antiviolenza hanno continuato a garantire i propri servizi, sospendendo i colloqui in sede, fatta eccezione per i casi in emergenza, a favore di nuove modalità di contatto: hanno attivato nuovi numeri di telefono e proposto alle donne colloqui di sostegno in videochiamata, oltre che potenziato i canali di comunicazione social.

Nei centri antiviolenza attivi nel 2020 in Emilia-Romagna, risulta essere marzo il mese con il minor numero di percorsi avviati. Oltre il 20% dei percorsi intrapresi in questo mese di inizio pandemia hanno richiesto interventi in emergenza e la messa in sicurezza della vittima. Inoltre, delle donne accolte nei centri antiviolenza nel corso dell'anno, circa il 95% sono vittime di violenze agite dal partner o dall'ex, oppure da un familiare o un amico, confermando ancora una volta che in molti casi la violenza di genere avviene tra le mura domestiche.

Nel 2020, alla diminuzione degli accessi alla rete dei servizi presenti in Emilia-Romagna, si contrappone l'aumento dei contatti ai centri antiviolenza (9.827 contatti diretti o a distanza) e dei contatti al numero verde 1522. Infatti, soprattutto durante la prima fase di emergenza sanitaria, il lockdown e le contestuali restrizioni hanno limitato la possibilità per le donne di recarsi fisicamente presso uno dei servizi presenti sul territorio.

Proprio in tale contesto, un altro punto di osservazione sul fenomeno della violenza domestica e dello stalking viene fornito dai dati di fonte Istat sul numero verde 1522 (gratuito e attivo 24 ore su 24), promosso dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, con l'obiettivo di offrire un primo supporto alle donne vittime di violenza o stalking.

Nel corso del 2020, si registrano 1.606 chiamate valide al 1522 provenienti dall'Emilia-Romagna, in crescita rispetto alle 1.125 del 2019. Tra queste, 913 richieste provengono direttamente dalle vittime e, in 1.385 casi, si tratta di primi contatti a tale canale di supporto. Il picco di massima criticità si rileva nel secondo trimestre del 2020, con 683 chiamate valide e 320 richieste di aiuto da vittime di violenza. Nel 2021, seppur non si raggiungano i livelli di emergenza riscontrati nel secondo trimestre del primo anno di pandemia, sembra persistere un trend di crescita dei contatti al numero 1522, con 802 chiamate valide nei primi sei mesi dell'anno, tra cui 520 richieste di aiuto da vittime di violenza o stalking.

Per tutti gli approfondimenti è possibile fare riferimento al Rapporto integrale (pdf2.8 MB) e alle Infografiche (pdf2.78 MB) di sintesi curate dall'Osservatorio regionale sulla violenza di genere dell'Emilia-Romagna.

Per ulteriori informazioni su questi temi si rimanda al portale Pari Opportunità della Regione Emilia-Romagna e alla news sull'evento di presentazione del report.

Anche Istat, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha diffuso ulteriori dati dal proprio sistema informativo di settore, nato dalla collaborazione tra l'Istituto e il Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio: in particolare vi sono informazioni anche su omicidi, reati e denunce legati alla violenza di genere.

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