Musei e Covid19. Tra crisi e opportunità

Il sistema museale emiliano-romagnolo, i suoi visitatori, gli impatti provocati dalla pandemia, le strategie per la ripresa. Curato dalla Regione Emilia-Romagna.

Il report “Musei e Covid19: tra crisi e opportunità” fotografa gli ultimi anni del sistema museale emiliano-romagnolo, attraverso l'andamento dei suoi visitatori, gli impatti provocati dalla pandemia, le strategie per la ripresa, il ricorso al digitale come nuova modalità per arricchire l'offerta culturale. L'obiettivo è dunque quello di comprenderne l'evoluzione dal pre al post pandemia. Per fare questo si utilizzano una molteplicità di fonti, ampliando quindi l'interpretazione dei dati in un'ottica di insieme, anche per sviluppare confronti tra contesti territoriali differenti.

In questo senso, il report si apre con la situazione prepandemica dei musei emiliano-romagnoli nel 2019, culmine di un periodo quasi decennale di crescita costante del settore museale, sintetizzato dal sempre più alto numero di visitatori. Seguono poi i numeri del primo anno di pandemia, caratterizzato da lunghi lockdown, chiusure dei luoghi di cultura, significativa riduzione dei flussi turistici: il crollo dei visitatori tra il 2019 e il 2020, -71%, ne è l'esempio più immediato. Questi risultati sono tratti dall'indagine Istat “Indagine sui musei e le istituzioni similari”.

Un'altra prospettiva del momento di crisi è offerta dalle analisi promosse l'Assessorato Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna, concentrate sul periodo coincidente con il primo lockdown (fine febbraio-metà maggio 2020) e quello immediatamente successivo (fino al 15 giugno 2020). I musei partecipanti all'indagine hanno denunciato, in questo arco temporale, perdite di circa 60 mila euro in media per istituzione. L'emergenza sanitaria ha portato poi all'annullamento complessivo di un centinaio di manifestazioni espositive in corso di svolgimento o di allestimento.

Per quanto riguarda la risposta alla crisi, i risultati indicano, quale strumento privilegiato dai musei per il superamento delle conseguenze pandemiche, una decisa prevalenza dell'attivazione di reti e forme di collaborazione interistituzionali (in una quota di preferenza attorno al 31% dei musei rispondenti). Significativa appare anche la propensione a iniziative nel loro insieme riconducibili all'ambito digitale (Indagini Istat).

Anche a livello internazionale si è cercato di attivare nuove modalità di finanziamento, sperimentando su più fronti e sviluppando in prevalenza le attività online. Inoltre sulle capacità di resilienza delle istituzioni museali ha pesato in modo evidente la “solidità” delle singole istituzioni: così i grandi musei hanno dimostrato capacità di reazione decisamente maggiori (indagini ICOM e NEMO).

In questo senso, il capitolo dedicato all'uso del digitale nell'offerta culturale dimostra come tale pratica sia esplosa a livello mondiale, anche se tale successo, specialmente nel contesto italiano, ha spesso scontato difficoltà sia sul piano delle competenze interne, che su quello della capacità di sfruttare i risultati acquisiti in un quadro non solo emergenziale.

Ulteriori analisi si possono trovare sul Rapporto completo (pdf4.36 MB), curato dalla Regione Emilia-Romagna, congiuntamente dal Settore Patrimonio culturale e dal Settore Innovazione digitale, dati, tecnologia e polo archivistico, Area statistica. Approfondimenti anche sul portale Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

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