7° Censimento Generale dell'Agricoltura: ecco i primi risultati
A ottobre 2020 risultano attive in Emilia-Romagna 53.753 aziende agricole con una superficie agricola utilizzata (SAU) di 1.045 mila ettari (pari al 46,6% della superficie complessiva regionale). La superficie agricola totale (SAT) è di 1.326 mila ettari (59,1% della superficie regionale).
In Italia le aziende agricole attive sono 1.133.023 con una SAU di 12.535 mila ettari e una SAT di 16.474 mila ettari.
È quanto risulta dai primi risultati del 7° Censimento generale dell'agricoltura diffusi il 28 giugno e il 6 luglio 2022 da Istat. Il Censimento si è svolto tra gennaio e luglio 2021, con riferimento all'annata agraria 2019-2020 (dal 1/11/2019 al 31/10/2020), dopo il posticipo imposto dal perdurare della pandemia. Si tratta dell'ultimo censimento a cadenza decennale, che sarà sostituito dai censimenti permanenti e campionari. Il tasso di risposta lordo è stato pari all'82,6% a livello nazionale. L'Emilia-Romagna è tra le regioni con il più alto tasso di risposta (87,2%), dopo Trento (91,4%) e Veneto (89,0%).
I risultati del Censimento forniscono un quadro informativo statistico sulla struttura del sistema agricolo e zootecnico a livello nazionale, regionale e locale. Inoltre, i dati sono comparabili tra gli Stati membri e indispensabili al monitoraggio delle politiche agricole e di sviluppo rurale della Comunità europea.
Nella realizzazione del Censimento le Regioni e le Province autonome hanno svolto un ruolo rilevante collaborando alla progettazione della rilevazione, e svolgendo controlli di qualità e la rilevazione sulle proprietà collettive. Le modalità di partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'attività censuaria sono state definite nel Piano regionale di Censimento.
I primi risultati diffusi si riferiscono alla classificazione delle aziende secondo la localizzazione del centro aziendale o della sede legale. Tutti i dati territoriali sono dunque attribuiti alla regione o alla provincia autonoma in cui sono localizzati il centro aziendale o la sede legale dell'azienda. I dati territoriali secondo la localizzazione del terreno agricolo saranno diffusi da Istat entro la fine del 2022.
I dati diffusi sono prevalentemente a livello nazionale e di ripartizione geografica. Qui ci si concentra soprattutto sulle prime evidenze disponibili a livello regionale.
L’Emilia-Romagna rappresenta il 4,7% del totale nazionale in termini di numero di aziende, l’8,3% in termini di SAU e l’8% in termini di SAT.
Il confronto con i censimenti precedenti, sebbene risenta di modifiche nel campo di osservazione, conferma il processo di concentrazione in atto nel settore agricolo. A partire dal 1982 (censimento con dati sostanzialmente comparabili con quelli del 2020) si osservano contrazioni sistematicamente più sostenute del numero delle aziende rispetto alla SAU e alla SAT. Nei quasi 40 anni intercorsi le aziende sono diminuite del 68,7%, la SAU del 19%, la SAT del 24,7% (-63,8%, -20,8%, -26,4%, rispettivamente, a livello nazionale).
Rispetto al Censimento del 2010, in Emilia-Romagna le aziende sono calate del 26,8% (erano 73.466) mentre la SAU e la SAT hanno subito flessioni piuttosto contenute, pari all'1,8% e al 2,6% rispettivamente (erano pari a 1.064 mila ettari e 1.361 mila ettari), decisamente inferiori a quelle registrate nel decennio precedente (-5,8% e -6,9%, rispettivamente).
In Italia le aziende diminuiscono del 30,1%, la SAU del 2,5% e la SAT del 3,6% (il calo della SAU è in linea con quello osservato nel decennio precedente); nel Nord-est le flessioni sono del 25,6% per le aziende e del 1,7% per la SAU, in linea con quelle dell'Emilia-Romagna.
In tutte le regioni si osserva una diminuzione del numero di aziende, che varia dai valori più contenuti di Bolzano (-1,1%), Trento (-13,4%) e Lombardia (-13,7%) al crollo osservato in Campania (-42,0%). Per la SAU si osservano andamenti differenziati con aumenti in otto regioni (fra cui Lombardia, +2%, Veneto, +2,9%, e Lazio, +5,7%) e riduzioni superiori al 10% nelle province autonome di Bolzano e Trento, in Toscana e in Basilicata.
Come conseguenza di tali andamenti, aumenta la dimensione media delle aziende regionali. La SAU media si attesta nel 2020 a circa 19,4 ettari, con aumenti di circa 5 ettari rispetto al 2010 e 10 ettari rispetto al 2000. Tale dimensione media è tra le più elevate fra le regioni italiane e decisamente superiore al valore nazionale (11,1 ettari) e del Nord-est (circa 13 ettari). L'aumento rispetto al 2010 è inferiore solo a quelli registrati in Valle d'Aosta e Sardegna.
La SAT media delle aziende emiliano-romagnole si attesta a circa 24,7 ettari nel 2020, con aumenti di circa 6 e 11 ettari rispetto al 2010 e al 2000, rispettivamente. A livello nazionale la SAT media è decisamente inferiore, pari a 14,5 ettari nel 2020.
Nell'intero Paese, inoltre, si osserva una riduzione delle aziende a conduzione individuale o familiare (-32%) e un forte aumento delle società di capitali (+42,4%). Le prime rappresentano comunque il profilo giuridico ampiamente più diffuso nell'agricoltura italiana (93,5%). In termini di titolo di possesso dei terreni, si registra una diminuzione delle aziende con terreni solo in proprietà (-44,1%) rispetto a una forte crescita di quelle con terreni solo in affitto (+49,7%) e in affitto e uso gratuito (+116,2%). La quota di aziende con terreni solo in proprietà cala dal 73,3% al 58,6%.
Le aziende agricole emiliano-romagnole che al 1° dicembre 2020 hanno dichiarato di possedere capi di bestiame sono 10.484, pari al 19,5% delle aziende regionali complessive e rappresentano il 4,9% del totale nazionale delle aziende con capi di bestiame.
Le aziende che Istat definisce “aziende zootecniche” ovvero che hanno dichiarato di possedere suini, bovini e avicoli nell'intera annata agraria 2019-2020 risultano 12.677, pari al 23,6% delle aziende regionali complessive.
Un ulteriore dato diffuso da Istat a livello regionale è quello relativo all'innovazione. Con la rilevazione censuaria è stato chiesto alle aziende agricole di evidenziare l'eventuale presenza di investimenti innovativi nel triennio 2018-2020, con riferimento agli ambiti dell'agricoltura di precisione, della ricerca e sviluppo intra ed extra-muros, dell'acquisizione di macchinari, attrezzature, hardware e software tecnologicamente avanzati o di altre tecnologie. A livello nazionale l'11% delle aziende agricole ha dichiarato di aver effettuato almeno un investimento innovativo nel triennio. L'Emilia-Romagna con il 22,2% si colloca decisamente sopra la media nazionale, dopo Bolzano (45,6%), Trento (32%) e Piemonte (23,2%).
Nel questionario censuario è stata posta una domanda sugli effetti della pandemia da Covid-19. L'annata agraria 2019-2020, riferimento del 7° Censimento dell'Agricoltura, è stata colpita dalla crisi economica e sanitaria causata dalla pandemia, che ha avuto un impatto su tutte le attività produttive. Durante l'emergenza sanitaria il settore agricolo è stato considerato come “essenziale” e, in quanto tale, non soggetto alle misure restrittive. Nel complesso il settore agricolo è risultato piuttosto resiliente: in Italia le aziende agricole che hanno dichiarato di aver subito degli effetti sono state il 17,8%. In particolare, tale quota è stata maggiore tra le aziende di più grandi dimensioni rispetto alle aziende più piccole. In Emilia-Romagna la percentuale è risultata pari al 24,2%, maggiore di quella rilevata a livello nazionale e nel Nord-est (23,7)%.
Dopo questa prima diffusione, Istat ha pianificato di rilasciare in autunno un datawarehouse dedicato e i dati per localizzazione dei terreni. La produzione dei dati per localizzazione dei terreni potrebbe comportare una revisione dei dati attribuiti al centro aziendale o alla sede legale oggetto di questa prima diffusione. Istat ritiene comunque che su scala regionale le eventuali differenze possano ritenersi minime. Entro la fine del 2022 verranno rilasciati i microdati agli enti Sistan.
Con questi presupposti la Regione Emilia-Romagna, come Area statistica e Direzione generale agricoltura, si impegna a diffondere i risultati relativi al proprio territorio con tavole predefinite e dinamiche, man mano che Istat renderà disponibili i dati.
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