Introduzione
Come ormai da diversi anni, la Regione Emilia-Romagna pubblica il rapporto dell'Osservatorio regionale sulla violenza di genere in concomitanza con la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne; questa Giornata è stata istituita dall'Onu nel 1999 e ricorre ogni 25 novembre.
Il documento, presentato il 24 novembre nell'ambito di un convegno organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, segue la struttura del Piano regionale contro la violenza di genere (approvato con deliberazione dell'Assemblea Legislativa n. 54 del 13 ottobre 2021). È suddiviso in tre capitoli che coincidono con le aree di intervento della governance, della prevenzione e della protezione, richiamando gli assi di intervento a contrasto della violenza di genere previsti dalla Convenzione di Istanbul.
Il rapporto ha come filo conduttore l'analisi dei dati raccolti dall'Osservatorio, con il coordinamento dell'Ufficio di Statistica della Regione, a partire dalle indagini sui servizi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere presenti sul territorio oltre che dai sistemi informativi dei servizi sociosanitari.
La rete dei servizi antiviolenza: gli accessi e l'accoglienza
Al 31 dicembre 2022 sono attivi in Emilia-Romagna 22 Centri antiviolenza e 55 Case rifugio iscritti all'Elenco regionale dei Centri antiviolenza e loro dotazioni (Delibera n. 586 del 23 aprile 2018). Alla stessa data, risultano attivi 14 Centri per uomini autori di violenza, di cui 7 centri LDV (Liberiamoci dalla violenza) a gestione pubblica, con 14 sedi territoriali, e 7 centri gestiti da enti del privato sociale, con 11 sedi presenti sul territorio emiliano-romagnolo.
Nel corso del 2022 si sono rivolte a un Centro antiviolenza dell'Emilia-Romagna 4.990 donne, circa 50 in più rispetto al 2021. Una leggera flessione si riscontra invece in merito al numero di contatti totali, che scendono sotto i 10 mila (9.612): la media è quindi di circa 2 contatti per donna. Diminuiscono i contatti diretti, aumentano quelli a distanza, via telefono, email o social network.
Nel 2022, 2.367 donne hanno intrapreso un percorso di uscita dalla violenza elaborato insieme alle operatrici dei Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna. Queste nuove accolte vanno ad aggiungersi ai percorsi già in essere, per un totale di 3.534 donne in percorso. Complessivamente il numero di donne in percorso subisce una leggera flessione rispetto al 2021 così come si riduce leggermente anche la quota di nuovi percorsi attivati sul totale dei percorsi in essere (tavola Numero di donne in percorso nei Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna. Anni 2018-2022 (CSV - 1 KB)).
La violenza che le donne subiscono assume molteplici forme: dalle violenze psicologiche (90% dei casi) alle violenze fisiche (65%), dalle violenze economiche (42%) alle violenze sessuali (24%), queste ultime due in aumento negli ultimi anni. Spesso coesistenti tra loro, le diverse tipologie di violenza vengono agite all'interno di relazioni familiari e affettive. Per il 63% delle nuove donne accolte nei Centri antiviolenza nel 2022, l'autore principale delle violenze è il partner e per il 18% l'ex-partner; nel 9% dei casi è un familiare della donna, nel 4% un amico o conoscente. Solo in un caso su cento l'autore della violenza è una persona estranea alla vittima.
Tra le strutture di ospitalità offerte dai Centri antiviolenza, vi sono le Case rifugio, strutture a indirizzo segreto o riservato, che forniscono alloggio sicuro alle donne e ai figli minori, con l'obiettivo di proteggerli e salvaguardarne l'incolumità fisica e psichica. Nelle 55 Case rifugio presenti sul territorio emiliano-romagnolo, nel corso del 2022 sono state ospitate 339 donne con 347 minori, con una permanenza media di 91 giorni per le donne e 112 giorni per i minori. Il numero di donne accolte cresce lievemente rispetto al 2021 (+6%). All'uscita dall'ospitalità in Casa rifugio, il 65% delle donne ha acquisito autonomia abitativa, presso la propria abitazione o quella di familiari e amici, o presso abitazioni messe a disposizione dal Centro antiviolenza o dalla rete territoriale.
Nel 2022 continua a crescere il numero di uomini in percorso nei 14 Centri per autori di violenza, pubblici e privati, presenti in Emilia-Romagna: sono complessivamente 713 uomini (+26% rispetto al 2021), di cui 480 hanno iniziato il percorso di trattamento proprio nel 2022 (+22%).
Le interruzioni anticipate di percorso sono state 141, e tra queste rimane consistente la quota di abbandoni volontari, non concordati con il Centro (70%).
È ipotizzabile che la tendenza già rilevata da diversi anni di aumento delle richieste di affidamento di uomini a un Centro per autori di violenza sia collegata all'attuazione della legge 69/2019 Codice rosso, che prevede la sospensione condizionale della pena per l'autore delle violenze subordinata alla sua partecipazione a un percorso di cambiamento. Nel corso del 2022 sono stati 239 gli uomini presi in carico ai sensi dell'applicazione del Codice Rosso (non tutte le richieste si traducono in una presa in carico).
Gli accessi per causa violenta al Pronto Soccorso
In Emilia-Romagna, nel triennio 2020-2022 sono state 1.609 le donne che hanno avuto almeno un accesso in un Pronto Soccorso conclusosi con diagnosi di violenza, per un totale di 1.717 accessi con diagnosi di violenza (1,07 accessi pro capite). Nello stesso triennio, le stesse donne si sono recate mediamente al pronto soccorso 3,9 volte, quasi il doppio rispetto al numero di accessi pro capite registrato per la popolazione femminile nel complesso (2,01).
Le donne con almeno un accesso con diagnosi di violenza sono mediamente più giovani delle donne che complessivamente si sono recate nei Pronto Soccorso dell'Emilia-Romagna: il 43% circa si colloca nella fascia delle giovani adulte (25-44 anni) e poco più dell'1% ha già compiuto i 75 anni a fronte di oltre il 20% di anziane tra le donne con accessi con qualsiasi diagnosi. Sovra rappresentate anche le donne con cittadinanza non italiana (34% contro 15%).
Per oltre un terzo degli accessi con diagnosi di violenza nel triennio 2020-2022 il problema principale riscontrato all'accesso è inquadrato nella voce “trauma” (34%) e per quasi un ulteriore terzo la causa principale è riconducibile alla voce “violenza altrui” (32%).
La valutazione di criticità assegnata in ingresso risulta mediamente superiore per gli accessi che terminano con una diagnosi di violenza rispetto agli accessi nel complesso: il codice arancio (urgenza) e rosso (emergenza) è stato assegnato rispettivamente al 41% e al 9% dei casi con diagnosi di violenza, rispetto all'8% e al 2% degli accessi della popolazione femminile nel suo complesso. In caso di diagnosi di violenza, all'uscita, dopo la visita, il livello di criticità è mediamente inferiore rispetto a quello assegnato al triage, ma si mantiene superiore a quello degli accessi complessivi, presentando una quota inferiore di codici bianchi e maggiore di codici arancio e rossi (27% contro 17%) (tavola Accessi di donne ai Pronto Soccorso dell'Emilia-Romagna per codice in ingresso e in uscita. Anno 2022 (CSV - 1 KB)).
Quella che può apparire come una sovrastima della gravità dei casi durante la fase di triage riflette in realtà una valutazione più ampia delle condizioni e il riconoscimento della necessità per quei casi specifici di avviare velocemente il percorso di presa in carico e la valutazione medica del caso, diminuendo così i tempi di attesa in Pronto Soccorso e, di conseguenza, la probabilità di abbandono dello stesso: la quota di allontanamenti dal Pronto Soccorso prima o durante la visita, e quindi la non attribuzione del codice in uscita, per gli accessi con diagnosi di violenza è pari allo 0,8% a fronte del 4,4% che si riscontra tra gli accessi complessivi di donne.
Le chiamate al 1522, il numero verde antiviolenza e stalking
Il 1522 è il numero di pubblica utilità promosso e gestito dal Dipartimento per le Pari opportunità (Presidenza del Consiglio dei Ministri) per sostenere e aiutare le vittime di violenza e stalking: è gratuito, attivo 24 ore, garantisce l'anonimato e fornisce supporto in nove diverse lingue oltre all'italiano.
Dopo il picco del secondo trimestre 2020 (periodo del primo e più stringente lockdown), il numero di chiamate complessive al 1522 provenienti dall'Emilia-Romagna torna su valori trimestrali più stabili. Nel 2022 si registra un calo di quasi il 5% delle chiamate valide rispetto al 2021 (da 1.667 a 1.588) e ancor più marcata è la diminuzione che si osserva per le chiamate da parte di vittime di violenza e stalking passate dalle quasi mille del 2021 alle 727 nel 2022. Tuttavia, il numero delle chiamate, anche nel 2022, risulta più elevato rispetto ai periodi prepandemia: nel 2019 si erano registrate 1.125 chiamate e 491 chiamate da vittime. Anche nel 2022 le chiamate al 1522 tendono ad aumentare nel quarto trimestre dell'anno, in parte collegate alle più frequenti campagne di sensibilizzazione in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne (tavola Chiamate al numero verde 1522 provenienti dall'Emilia-Romagna. Dati trimestrali dal 2018 al 2022 (CSV - 1 KB)).
Per tutti gli approfondimenti è possibile fare riferimento al Rapporto regionale sulla violenza di genere 2023 (PDF - 2.0 MB) curato dall'Osservatorio regionale sulla violenza di genere dell'Emilia-Romagna. Disponibili anche la presentazione Numeri per conoscere e intervenire (PDF - 1.2 MB) effettuata al convegno del 24 novembre e le infografiche riassuntive. Per ulteriori informazioni su questi temi si rimanda al Portale Pari Opportunità della Regione Emilia-Romagna.
Altri contenuti utili
Ultimo aggiornamento: 18-09-2024, 12:56