Introduzione
Nel 2021, la spesa media mensile per consumi delle famiglie residenti in Emilia-Romagna è pari a circa 2.660 euro e supera di poco più di 220 euro la spesa familiare mensile rilevata mediamente in Italia.
Nonostante nel corso del 2021 molte delle restrizioni imposte per contrastare la pandemia da Covid-19 siano state gradualmente allentate, la spesa media in Emilia-Romagna, in termini correnti, non fa registrare variazioni significative rispetto al 2020. Al contrario, sull'intero territorio nazionale e nella ripartizione nord-orientale del Paese si assiste a una netta ripresa dei consumi (+4,7% e +4,4%, rispettivamente). Ripresa che tuttavia non compensa il crollo del 2020 (-9,0% in Italia, -9,5% nel Nord-est, contro il -8,9% in Emilia-Romagna).
Nel 2021, in Emilia-Romagna, la spesa per beni alimentari e bevande non alcoliche assorbe quasi il 17% della spesa totale per consumi delle famiglie (445 euro), mentre in Italia è destinata a questa voce di spesa poco meno della quinta parte della spesa totale (470 euro).
A discostarsi maggiormente dai livelli medi nazionali è la spesa per beni e servizi non alimentari, che in Emilia-Romagna è pari a quasi 2.215 euro al mese, a fronte dei quasi 1.970 euro spesi in media in Italia, risultando così il principale fattore di divario di spesa.
La spesa media per consumi delle famiglie è la quantità sui cui l'Istat basa le stime ufficiali della povertà in Italia. Una famiglia è classificata come povera in termini relativi se sostiene una spesa per consumi non superiore a una soglia convenzionale, denominata linea di povertà.
Nel 2021 la linea di povertà relativa in Italia è risultata pari a 1.049 euro. Sulla base di questa soglia, si stima che vivano in condizioni di povertà relativa il 6,0% del totale delle famiglie residenti in Emilia-Romagna, contro l'11,1% stimato sull'intero territorio nazionale.
A livello territoriale, l'Emilia-Romagna è tra le regioni italiane con i più bassi livelli di incidenza di povertà relativa, dopo il Trentino-Alto Adige (4,5%), e sostanzialmente alla pari con Friuli-Venezia Giulia (5,7%) e Lombardia (5,9%). Valori significativamente inferiori o analoghi alla media nazionale si osservano in tutte le regioni del Nord e del Centro, mentre nel Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese. La situazione più grave si presenta in Puglia, dove vive in condizioni di povertà relativa più di una famiglia su quattro (27,5%) (tavola Spesa familiare mensile per consumi e incidenza di povertà relativa per regione con relativi intervalli di confidenza. Anno 2021 (CSV - 1.8 KB)).
Rispetto al 2020, l'incidenza della povertà relativa è sostanzialmente stabile in Emilia-Romagna, mentre in Italia subisce un aumento significativo, di un punto percentuale (era pari a 10,1% nel 2020), conseguente al peggioramento delle condizioni di povertà relativa delle famiglie residenti nel Sud, dove l'incidenza passa da 19,1% a 22,4%.
La soglia di povertà del 2021, di 1.049 euro, è nettamente più alta di quella del 2020, che era di 1.002 euro. Tale andamento è determinato dall'aumento della spesa per consumi. Le misure di povertà relativa, essendo definite rispetto a un livello medio di benessere della popolazione di riferimento, sono tendenzialmente anticicliche, vale a dire che possono diminuire in fasi recessive del ciclo economico e viceversa aumentare in fase di espansione. Un innalzamento della linea di povertà relativa come quello registrato nel 2021 può quindi portare alcune famiglie con livelli di consumo prossimi alla soglia ad entrare nella condizione di povertà relativa, sebbene la loro situazione economica non sia di fatto sostanzialmente mutata.
Per ulteriori approfondimenti è possibile fare riferimento al Report completo Consumi e povertà in Emilia-Romagna. Anno 2021 (PDF - 536.6 KB).
Le analisi sono basate sui report Spese per consumi delle famiglie e La povertà in Italia, diffusi di recente da Istat, in cui sono riportati i dati desunti dalla Indagine sulle spese per consumi delle famiglie. L'indagine rileva le spese sostenute dalle famiglie residenti in Italia per l'acquisto di beni e servizi destinati al consumo, osservando in modo continuo un campione di famiglie. Tale campione, nel corso del 2021, ha raggiunto la numerosità effettiva di circa 28.600 unità, selezionate casualmente in modo da essere rappresentative del totale delle famiglie residenti in Italia e in ogni singola regione.
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Ultimo aggiornamento: 18-09-2024, 12:56