Salta al contenuto

Introduzione

Nel corso del 2023 si è ulteriormente rafforzata la ripresa del flusso turistico in Emilia-Romagna dopo lo shock provocato dalla pandemia Covid nel biennio 2020-21. Non si sono tuttavia ancora raggiunti i livelli precedenti all'emergenza sanitaria.

Questo anche a causa degli eventi climatici avversi che nel mese di maggio hanno colpito gran parte dei territori della Romagna e della città metropolitana di Bologna.

Rispetto al 2022, gli arrivi sono cresciuti del 7,4% e le presenze del 2,7%. Il distacco rispetto ai valori pre-pandemia (2019) non è stato quindi del tutto colmato, restandone ancora al di sotto di un 1,1% per ciò che riguarda gli arrivi e di un 2,9% per i pernottamenti.

Nel 2023, così come nei due anni precedenti, il recupero è stato decisamente più marcato per i turisti stranieri che non per quelli italiani: gli arrivi di questi ultimi sono saliti dai 7.983.346 del 2022 agli 8.230.380 del 2023 (+3,1%), restando tuttavia ancora al di sotto del -2,9% rispetto agli 8.474.474 del 2019. I pernottamenti degli italiani sono scesi dai 28.380.339 del 2022 ai 28.088.683 del 2023 (-1,0%), restando quindi ancora al di sotto dei 29.748.437 del 2019 (-5,6%).

Per contro, i turisti stranieri sono cresciuti dai 2.692.239 del 2022 ai 3.239.079 del 2023 (+20,3%), superando di slancio, quindi, i 3.123.454 del 2019 (+3,7%). Rilevante anche l'incremento osservato nei pernottamenti, passati dai 9.769.232 del 2022 ai 11.087.454 del 2023, superando abbondantemente anche in questo caso il livello pre-Covid (+4,5%) (tavola Presenze di turisti italiani e stranieri per mese. Emilia-Romagna - Anni 2019-2023 (CSV - 2.6 KB)).

Nel primo anno di pandemia la permanenza media per soggiorno era sensibilmente aumentata per effetto del fatto, già ricordato in passato, che una parte del ridotto flusso turistico è rimasto alloggiato più a lungo nelle strutture ricettive rimaste aperte durante l'emergenza sanitaria.

Negli anni successivi, si è osservata una progressiva riduzione della permanenza media, conseguente al ritorno a condizioni di “normalità”: nel corso del 2023 tale riduzione è proseguita arrivando alle 3,42 notti per soggiorno, un livello inferiore non soltanto a quello osservato nel 2022 (3,57), ma anche a quello pre-pandemico (3,48). Se nel 2022 la permanenza media per soggiorno è stata leggermente superiore per i turisti stranieri (3,63 contro 3,55 degli italiani nel 2022), tale differenza si è sostanzialmente annullata nel 2023 (rispettivamente 3,42 e 3,41).

Anche nel 2023, come nel biennio precedente, l'ambito turistico che ha fatto registrare l'incremento dei flussi turistici più cospicuo è di gran lunga quello dei grandi comuni: rispetto al 2022 gli arrivi sono cresciuti del 10,4% e le presenze del +10,2%, superando così il livello del 2019, rispettivamente, del +2,7% e del +9,5%.

L'altro ambito che ha valicato il livello pre-pandemico è quello delle località collinari, con un aumento degli arrivi rispetto al 2022 del +6,8% e dei pernottamenti del +2,2%. In realtà, tale livello era già stato oltrepassato lo scorso anno, cosicché gli ulteriori incrementi rilevati nel corso del 2023 hanno di fatto consolidato tale superamento: rispetto al 2019 gli arrivi sono cresciuti del +10,8% e presenze dell'8,1%.

Resta ancora debole, invece, la ripresa dell'Appennino, che nell'ultimo anno registra soltanto un contenuto aumento degli arrivi (+2,5%) e delle presenze (+1,0%), non sufficiente a raggiungere il livello pre-pandemico, in rapporto al quale il flusso turistico rimane ancora al di sotto, rispettivamente, del 9,4% e del 4,4%.

Lo stesso si può dire anche per le località rivierasche, il cui lento recupero era stato già constatato l'anno scorso: con riferimento al 2022, in effetti, la crescita degli arrivi è stata pari al +5,0%, ma quella dei pernottamenti non è andata oltre a un modesto 0,3%, complice anche l'alluvione di maggio. In rapporto al 2019, quindi, il flusso turistico in riviera si è attestato a -1,3% e -5,9%, rispettivamente.L'ambito turistico che più di ogni altro ha sofferto non soltanto durante il periodo pandemico, ma anche nei successivi anni di ripresa, è quello delle località termali, la cui crisi era del resto antecedente: nel corso del 2023 gli arrivi sono cresciuti solo del 2,3% rispetto al 2022 e sono ancora inferiori del 15,3% rispetto al 2019; variazioni grossomodo analoghe sono state rilevate con riferimento alle presenze: +2,6% rispetto al 2022, ma ancora -18,0% in rapporto al livello pre-pandemico. Decisamente importante è stato invece il recupero messo a segno dalle altre località della pianura, con una crescita degli arrivi del 14,8% e dei pernottamenti del 9,1% nell'ultimo anno: incrementi che hanno quasi permesso il raggiungimento del livello del 2019 almeno per ciò che riguarda i pernottamenti (-0,1%), mentre rimangono ancora un po' indietro con riferimento agli arrivi (-7,4%) (tavola Presenze turistiche per ambito territoriale. Emilia-Romagna - Anni 2019-2023 (CSV - 1 KB)).

Superata del tutto l'emergenza sanitaria, la distribuzione del flusso turistico per mese è tornata a “spalmarsi” in modo più regolare nel corso del 2023. Anzi, sono riemerse alcune tendenze già osservate prima del 2020, volte alla “diluizione” del picco turistico tradizionalmente registrato nel mese di agosto: gli arrivi rilevati in questo mese sono stati il 14,8% del totale annuo, e le presenze il 22,0%. Si tratta in entrambi i casi del minimo storico: si consideri, ad esempio, che nel 2009 tali quote erano rispettivamente pari al 17,5% e al 24,4%, mentre nel triennio 2017-19 erano pari a 15,4% e 23,5%.

Di conseguenza, è cresciuta la quota del flusso turistico rilevata negli altri mesi dell'anno, anche per effetto dell'aumento del turismo nelle città che, come noto, risente meno della stagionalità. Nei mesi invernali (gennaio, febbraio e marzo), ad esempio, le presenze sono state il 9,1% del totale annuo contro l'8,7% rilevato negli stessi mesi del 2019. Ancor più marcato è l'incremento della quota dei pernottamenti osservato nei mesi autunnali (ottobre, novembre e dicembre): sono il 10,7% del totale annuo contro il 9,8% del 2019. Solo nei mesi primaverili (aprile, maggio e giugno) la quota dei pernottamenti osservata nel 2023 è stata inferiore a quella del 2019, per effetto delle avverse condizioni climatologiche che hanno colpito soprattutto le province romagnole nel mese di maggio: nel complesso, tale quota è stata pari al 27,1% del totale annuo contro il 28,2% osservato nel 2019.

Per quanto concerne le variazioni percentuali mensili, anche nel 2023 (così come era stato nel 2022) i mesi invernali sono stati quelli caratterizzati da un incremento nettamente più rilevante rispetto all'anno precedente: la cosa è facilmente comprensibile se si tiene conto del fatto che fino a marzo 2022 era ancora in vigore lo stato di emergenza sanitaria. Nei primi tre mesi dell'anno gli arrivi sono quindi cresciuti del 45,1% rispetto al 2022, pur restando ancora al di sotto di un 3,6% rispetto al livello del 2019; l'incremento delle presenze è stato del 29,3%, superando così il livello pre-pandemico (+1,8%). I mesi primaverili, viceversa, sono quelli in cui si è registrato l'incremento più contenuto, per effetto della già citata alluvione in Romagna: +1,6% per quanto riguarda gli arrivi e +0,8% con riferimento alle presenze, con un divario rispetto al periodo pre-pandemico ancora rilevante (-5,9% e -6,4%, rispettivamente). Aumenti piuttosto consistenti sono stati osservati anche nei mesi autunnali: +5,6% per gli arrivi e +4,8% per i pernottamenti. Questo ha consentito di superare il livello del 2019, almeno per ciò che riguarda le presenze (+5,7%), mentre gli arrivi ne sono rimasti ancora leggermente al di sotto (-1,3%). I mesi estivi, infine, che sono ovviamente quelli più corposi in termini di flussi turistici, hanno fatto registrare una discreta crescita degli arrivi (+3,9%), a fronte però di una lieve flessione delle presenze (-0,8%). Per i primi viene superato il livello del 2019 (+3,7%), mentre in riferimento alle seconde si rimane ancora sotto a tale livello (-3,5%).

La distribuzione giornaliera dei pernottamenti negli ultimi cinque anni, infine, consente di rilevare in maniera efficace la perdita del flusso turistico riscontrata nel 2020 (in rosso), e i successivi progressivi recuperi rilevati nel 2021 (colore azzurro), nel 2022 (in giallo) e nel 2023 (in verde). Per quanto riguarda quest’ultimo anno, in particolare, si può osservare come i picchi di presenze corrispondenti ai week-end siano rimasti spesso ancora inferiori a quelli del 2019 (colore grigio), e talvolta inferiori anche a quelli del 2022, specialmente nei mesi estivi (tavola Presenze turistiche giornaliere Emilia-Romagna - Anni 2019-2023 (CSV - 19.6 KB)).

Numerose altre analisi arricchiscono il Rapporto annuale sul movimento turistico e la consistenza ricettiva alberghiera e complementare in Emilia-Romagna. Anno 2023 (PDF - 4.0 MB), curato dall'Ufficio di Statistica della Regione Emilia-Romagna.

Tutti i dati relativi al 2023, così come quelli provvisori del 2024, sono disponibili sul Portale regionale di Statistica alla voce Dati ed elaborazioni periodiche dell'Area tematica Turismo.

Documenti

Ultimo aggiornamento: 12-12-2024, 12:46

Immagine di anteprima: Goro (FE), Isola dell'Amore - ©Regione Emilia-Romagna AICG - Autore Grazioli Francesco (da Fotoreporter)
Usiamo i cookie

Questo sito utilizza cookie tecnici e talvolta anche cookie di terze parti che potrebbero raccogliere i tuoi dati a fini di profilazione; questi ultimi possono essere installati solo con il tuo consenso esplicito, tramite il pulsante Accetta tutti, oppure modificando le tue preferenze tramite il pulsante Cambia le impostazioni. Chiudendo il banner (con la X in alto a destra) verranno utilizzati solo i cookie tecnici.

Per maggiori informazioni puoi consultare la nostra Privacy policy