Introduzione
In Emilia-Romagna, anche nel 2023 prosegue la dinamica di flessione delle nascite: sono solo 28.568, il 3,5% in meno nel confronto con 2022. Le stime anticipatorie per il 2024 confermano tali tendenze, con una diminuzione di circa il 2% rispetto al 2023. Parallelamente, nel 2023, è in costante riduzione anche il numero medio di figli per donna, 1,22 contro l'1,27 riferito al 2022.
Non si arresta la diminuzione delle nascite
Nel 2023 le nascite della popolazione residente in Emilia-Romagna sono 28.568, oltre mille in meno rispetto al 2022, quando furono 29.615 (-3,5%). Come anticipato, tale diminuzione si inserisce in un quadro ormai consolidato di contrazione del numero di nati, iniziato nel 2010, dopo che si era assistito a venti anni di variazioni positive a partire dagli anni ’90 del secolo scorso. Dal 2009, l'anno in cui si registrò il maggior numero di nati, oltre 42 mila, sono andate perse quasi 14 mila nascite, -32,4%. Questo significa che le nascite del 2023 sono solo i due terzi delle nascite del 2009 (tavola Nati vivi. Emilia-Romagna - Anni 1981-2023 (CSV - 1 KB)).

Meno nati soprattutto da genitori entrambi italiani
Le dinamiche in atto sulla consistenza dei nati si accompagnano a mutamenti delle caratteristiche dei nati stessi e dei genitori. I nati da genitori entrambi di cittadinanza italiana sono quelli in più forte contrazione, sia rispetto al 2022 che rispetto al picco di nascite del 2009. In diminuzione anche il contributo alla natalità delle coppie straniere, che invece avevano dato un impulso essenziale dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso fino ai primi dieci anni del nuovo millennio. Seppur a ritmi contenuti, l'unico contingente in crescita è quello dei nati da coppie “miste”, in cui cioè uno dei genitori ha la cittadinanza italiana e l'altro la cittadinanza straniera. Su questo fenomeno si leggono gli effetti sia della stabilizzazione sul territorio emiliano-romagnolo dei cittadini stranieri sia delle acquisizioni della cittadinanza italiana da parte di cittadini originariamente stranieri.
Ne consegue che nel 2023 un terzo dei nati ha almeno un genitore straniero, quota in continua crescita.
Aumenta anche la percentuale delle nascite che avvengono al di fuori di una unione coniugale formalizzata (matrimonio o unione civile). Tali nascite raggiungono il 43,0%, mentre nel 2009 erano solo il 28,5%.
Madri con meno figli e ad età più avanzate
In Emilia-Romagna, nel 2023, il numero medio di figli per donna (o tasso di fecondità totale) è pari a 1,22; anche la fecondità è in netta diminuzione rispetto al picco toccato nel biennio 2009-2010, che fu pari a 1,52 figli per donna. Il tasso di fecondità totale è calcolato sulle donne tra i 15 e i 49 anni, ovvero nel periodo in cui convenzionalmente queste possono avere figli.
La contrazione di tale indicatore è da ascrivere alla tendenza delle donne nelle età più giovani ad avere meno figli o a non averne. Rispetto al 2009, è infatti per le donne sotto i 35 anni che si osserva una importante riduzione del tasso di fecondità specifico, ovvero la misura dei nati vivi da donne di una specifica fascia d'età, calcolato come rapporto tra questi nati e la popolazione femminile media di quell'età. Al contrario, sopra i 34 anni la propensione ad avere figli nel 2023 non è dissimile da quella osservata nel 2009 (tavola Tassi di fecondità specifici per età e per cittadinanza della donna. Emilia-Romagna - Anni 2009 e 2023 (CSV - 1,9 KB)).

Alla minore fecondità della popolazione femminile emiliano-romagnola si associa un aumento dell'età media al parto, che per le donne che hanno avuto un figlio nel 2023 sale a 32,5 anni, ovvero un anno in più rispetto a quanto rilevato nel 2009. La percentuale di nati con una madre con meno di 35 anni scende dal 67,6% del 2009 al 64,2% del 2023.
Sebbene tali tendenze accomunino sia le donne di cittadinanza italiana, sia le donne di cittadinanza straniera, permangono rilevanti divari nei livelli di questi indicatori se letti per nazionalità.
Nel 2023, il tasso di fecondità totale, ovvero il numero medio di figli per donna, per le residenti straniere scende a 1,88, da 2,64 del 2009, ma rimane decisamente elevato se confrontato con il valore riferito alle residenti italiane, 1,09.
Analogamente, nel periodo 2009-2023 l'età media al parto aumenta per le madri straniere di quasi due anni, portandosi a 29,6 anni, valore comunque notevolmente inferiore a quello riferito alle madri italiane, 33,0 anni.
Come anticipato è il crollo della fecondità delle giovani donne sotto i 35 anni che causa la contrazione della fecondità complessiva. Nella lettura congiunta dei dati, questo si collega sia alla posticipazione della nascita di un figlio a età più elevate, sia proprio alla diminuzione delle nascite di un primo figlio.
Infatti, mentre la fase di contrazione della fecondità che ha caratterizzato gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso è stata determinata principalmente dalla diminuzione delle nascite di ordine superiore al primo, il periodo attuale vede invece aumentare sempre più la quota di donne che ha concluso il periodo fecondo senza aver avuto alcun figlio. Tale aspetto appare come molto rilevante dal punto di vista demografico e sociale, poiché potrebbe indicare il passaggio dalla procrastinazione di una nascita a età più mature alla definitiva rinuncia alla nascita stessa. Si stima che tra le generazioni di donne nate nei primi anni ’70 circa una su cinque non sperimenterà la maternità, una quota più che doppia rispetto alle generazioni delle loro madri, nate attorno agli anni ‘50.
L'effetto della modifica della struttura di popolazione prevale su quello della modifica dei comportamenti
Una parte non trascurabile della diminuzione delle nascite che contraddistingue gli ultimi anni è da ricercare nella trasformazione strutturale occorsa alla popolazione femminile in età feconda, identificata convenzionalmente dalla classe di età 15-49 anni. Complessivamente questo contingente di popolazione è in continua diminuzione, soprattutto nel sottoinsieme caratterizzato da una maggiore fecondità e quindi attore del maggior contributo alle nascite totali. Infatti tra il primo gennaio 2009 e il primo gennaio 2024 la popolazione femminile tra i 15 e i 49 anni residente in Emilia-Romagna è diminuita di oltre 100 mila unità (-10,6%), di cui oltre 93 mila nella fascia 30-39 anni (-27,7%), ovvero proprio in quelle età dove si concentra circa il 60% della fecondità complessiva. D'altra parte, si evidenzia però un aumento del numero delle giovani donne che si trovano all'inizio delle età feconde: tra i 15 e i 24 anni si trovano infatti quasi 31 mila ragazze in più rispetto al 2009. Tale andamento è il risultato di quel decennio di nascite crescenti registrato fino al picco del 2009. Ci si augura che questo possa concretizzarsi in un nuovo impulso alla natalità nel corso dei prossimi anni.
Una lettura per cittadinanza mostra come considerando l'intero periodo riproduttivo femminile, la diminuzione della popolazione complessiva è da ascrivere alle donne italiane (122 mila unità in meno nei quindici anni considerati), mentre le donne straniere sono in aumento (20 mila in più). Tuttavia, all'interno del contingente delle donne in età feconda, si assiste a un ringiovanimento della componente con cittadinanza italiana, cui si contrappone un invecchiamento della componente straniera. Questa evidenza è legata fondamentalmente alla progressiva diminuzione delle giovani straniere che entrano nel nostro Paese, all'aumento delle acquisizioni della cittadinanza italiana, nonché al naturale invecchiamento delle donne straniere già presenti sul territorio da decenni, tra le quali peraltro si trovano presumibilmente proprio quelle donne che hanno contribuito all'aumento della natalità nel primo decennio degli anni duemila.
La diminuzione delle potenziali madri appena illustrata, come detto particolarmente evidente per la fascia di età tra i 30 e i 39 anni, ha inevitabilmente un riflesso negativo sull'andamento dei nati.
Se si immaginasse oggi una propensione alla fecondità invariata rispetto al 2009, ovvero se si ipotizzasse di applicare alla dimensione e alla distribuzione per età della popolazione del 2023 i tassi specifici di fecondità registrati nel 2009, avremmo, per il 2023, una stima di 34.789 nati, cioè circa 7.500 nati in meno rispetto al 2009. Quello che invece si è realizzato nella realtà, ovvero con sia la struttura della popolazione sia i tassi di fecondità relativi al 2023, sono le 28.568 nascite effettive del 2023, circa 13.700 in meno rispetto al 2009.
Questo significa che oltre la metà della diminuzione delle nascite osservata tra il picco relativo del 2009 e il 2023 è attribuibile alla trasformazione intercorsa nella popolazione femminile in età feconda, nella sua dimensione e nella sua struttura per età (54,7%). La restante quota, il 45,3%, è invece attribuibile alla diminuzione del numero medio di figli per donna, da 1,52 a 1,22.
Crollo dei nati rilevante nelle province di Reggio nell'Emilia, Ravenna e Rimini
La diminuzione della natalità e della fecondità è un fenomeno che accomuna tutto il territorio emiliano-romagnolo. Nel periodo 2009-2023 in tutte le province si ha un crollo del numero dei nati. In particolare, nelle province di Reggio nell'Emilia, Rimini, Ravenna, Ferrara e Modena si sono persi in questi quindici anni oltre un terzo dei nati. La diminuzione è leggermente più attenuata nelle province di Piacenza e Parma, in cui il contingente annuo di nati si è ridotto di poco meno di un quarto. Focalizzandosi sull'ultimo anno, ovvero sulla variazione 2022-2023, la flessione delle nascite è più evidente nelle province di Modena, Rimini e Bologna, mentre Piacenza è l'unica provincia che sperimenta una lieve inversione di tendenza.
Anche la contrazione del numero medio di figli per donna è un processo diffuso su tutto il territorio. Nel 2023 il tasso di fecondità totale è inferiore a 1,2 figli medi per donna nelle province di Rimini, Bologna e Ferrara. Piacenza è invece la provincia con il più alto tasso di fecondità totale, 1,35. Nel 2009 il primato spettava a Reggio nell'Emilia, che ha sperimentato la maggiore contrazione a livello regionale. Una forte diminuzione della fecondità ha interessato anche i territori di Modena, Rimini, Ravenna e Bologna.
Parallelamente, in tutte le province si registra un aumento dell'età media al parto. Tale incremento supera i due anni nella provincia di Reggio nell'Emilia, confermando l'associazione negativa tra età media al parto e variazione dei livelli di fecondità: in presenza di un aumento dell'età media al parto è molto probabile una diminuzione del tasso di fecondità totale, poiché ritardare la maternità si traduce facilmente nell'avere meno figli.
La maggiore età media al parto si riscontra nella provincia di Bologna, 33 anni, la più bassa nella provincia di Piacenza, 32,1 anni.
Raffinando l'analisi territoriale ai distretti sanitari, prendendo in considerazione il numero medio di figli per donna riferito al 2023, si nota che il distretto sanitario Città di Bologna è quello che presenta il valore più basso, con un valore di poco superiore a un figlio per donna. All'estremo opposto, quindi con il valore massimo, si colloca il distretto sanitario Città di Piacenza dove il numero medio di figli per donna è pari a 1,37.
In alcuni territori provinciali, i diversi distretti sanitari presentano livelli di propensione alla fecondità del tutto analoghi: è il caso del riminese, su valori di fecondità molto bassi, e del piacentino, su valori invece alti. Molto più eterogenea è la situazione nel bolognese e nel ferrarese, con distretti sull'1,3 figli medi per donna (Pianura est a Bologna e Ovest a Ferrara) e altri con valori di poco superiori a 1 (Città di Bologna e Centro-Nord a Ferrara). Abbastanza diversificato è anche il contesto dei distretti sanitari nelle province di Ravenna e Forlì-Cesena (tavola Stima del numero medio di figli per donna per distretto sanitario e provincia. Emilia-Romagna - Anno 2023 (CSV - 2,2 KB)).

Le stime anticipatorie per il 2024: natalità in ulteriore flessione
I dati del bilancio demografico riferiti all'anno 2024, ancora provvisori, confermano le dinamiche di denatalità che stanno contraddistinguendo questa fase storica. Le stime suggeriscono una nuova diminuzione delle nascite, di circa il 2%: rispetto al 2023 si andrebbero infatti a perdere altre 565 nascite sull'intero territorio emiliano-romagnolo. Per il 2024 ci si attende anche una ulteriore diminuzione del numero medio di figli per donna, che si fermerebbe a 1,19. Solo le province di Modena e Bologna potrebbero sperimentare una lieve ripresa delle nascite.
Altre analisi e altri dati sono disponibili sul rapporto completo Natalità e fecondità in Emilia-Romagna - Anno 2023 (PDF - 505,6 KB).
Bibliografia e altri contenuti utili
- Natalità e fecondità della popolazione residente, anno 2023 - Comunicato stampa Istat
- Natalità e fecondità della popolazione residente, anno 2018 - Comunicato stampa Istat
- Indicatori demografici, anno 2024 - Comunicato stampa Istat
- Francesca Luppi, Alessandro Rosina, Si fa presto a dire “childfree”! - Articolo su Neodemos
- Gianpiero Dalla Zuanna, Donne senza figli: i gatti non c'entrano - Articolo su Neodemos
- Corrado Bonifazi, Francia e Italia: fecondità a confronto - Articolo su Neodemos
- Francesca Luppi, La crescente incidenza dei childfree fra i giovani italiani - Articolo su Neodemos
- Gianpiero Dalla Zuanna, 500 mila nascite annue sono un obiettivo possibile? - Articolo su Neodemos
- Steve S. Morgan, Così fan tutte! Epidemiologia della bassa fecondità - Articolo su Neodemos
- Tutto quello che avreste voluto sapere sulla fecondità (e non sapevate dove cercare) - Articolo su Neodemos
Documenti
Ultimo aggiornamento: 01-10-2025, 11:06
Immagine di anteprima: Foto di Astrid Pereira (da Pixabay)