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La rilevazione Istat sulle forze di lavoro

Dall'indagine Istat sulle forze di lavoro derivano le stime ufficiali degli occupati e delle persone in cerca di lavoro, nonché informazioni sui principali aggregati dell'offerta di lavoro, professione, ramo di attività economica, ore lavorate, tipologia e durata dei contratti, formazione.

L'indagine è di tipo campionario. Le informazioni vengono raccolte dall'Istat intervistando ogni anno oltre 250 mila famiglie residenti in Italia (per un totale di 600 mila individui) distribuite in circa 1.400 comuni italiani. La raccolta dei dati è continua in quanto le informazioni sono raccolte in tutte le settimane dell'anno e non più in una singola settimana per trimestre. I risultati vengono diffusi con cadenza trimestrale, fatta eccezione per il dettaglio provinciale che ha cadenza annuale.

Cosa cambia dal 2021

Negli anni l'indagine è stata più volte rinnovata per tenere conto, da un lato, delle continue trasformazioni del mercato del lavoro, dall'altro, delle crescenti esigenze conoscitive degli utenti sulla realtà sociale ed economica del nostro Paese. L'ultima modifica è stata avviata all'inizio del 2021 in linea con le disposizioni dell'Unione Europea (Regolamento Ue 2019/1700) che ha stabilito requisiti più dettagliati e vincolanti per le statistiche europee da indagini campionarie con l'obiettivo di migliorarne l'armonizzazione. Dal 2021 sono stati introdotti cambiamenti anche sulla definizione di famiglia e di occupato; di conseguenza è stato utilizzato anche un nuovo questionario.

Questo ha comportato la necessità di ricostruire le serie storiche dei dati sul mercato del lavoro. A livello regionale e provinciale Istat ha ricostruito le serie a partire dal 2018, e pertanto i dati più recenti sono confrontabili solamente con quelli riferiti agli anni dal 2018 in poi. I confronti temporali possono quindi essere effettuati esclusivamente con i dati in serie storica ricostruita e non con quelli diffusi in precedenza. In questa visualizzazione grafica vengono riportate le nuove serie dal 2018, con dati confrontabili tra loro.

Per avere una maggiore profondità storica è possibile fare riferimento alla precedente visualizzazione grafica che rappresenta i dati annuali e trimestrali riferiti all'Emilia-Romagna dal 2004 al 2020 (ultimo anno rilevato con il vecchio regolamento).

Per approfondimenti è possibile fare riferimento alle pagine dedicate Istat:

Glossario forze lavoro

Alla luce delle novità descritte, si modifica la definizione operativa di occupato, mentre restano invariate quelle di disoccupato e inattivo.

Forze di lavoro: comprendono le persone occupate e quelle disoccupate.

Occupati: comprendono le persone tra 15 e 89 anni che nella settimana di riferimento:

  • hanno svolto almeno un'ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti;
  • sono temporaneamente assenti dal lavoro perché in ferie, con orario flessibile (part time verticale, recupero ore, etc.), in malattia, in maternità/paternità obbligatoria, in formazione professionale retribuita dal datore di lavoro;
  • sono in congedo parentale e ricevono e/o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro, indipendentemente dalla durata dell'assenza;
  • sono assenti in quanto lavoratori stagionali ma continuano a svolgere regolarmente mansioni e compiti necessari al proseguimento dell'attività (da tali mansioni e compiti va escluso l'adempimento di obblighi legali o amministrativi);
  • sono temporaneamente assenti per altri motivi e la durata prevista dell'assenza è pari o inferiore a tre mesi.

Occupati dipendenti permanenti o a tempo indeterminato: occupati con un rapporto di lavoro dipendente, regolato o meno da contratto, per il quale non è definito alcun termine.

Occupati dipendenti a termine: occupati con un rapporto di lavoro dipendente, regolato o meno da contratto, per il quale è espressamente indicato un termine di scadenza.

Occupati indipendenti: coloro che svolgono la propria attività lavorativa senza vincoli formali di subordinazione. Sono compresi: imprenditori; liberi professionisti, lavoratori autonomi, coadiuvanti nell'azienda di un familiare (se prestano lavoro nell'impresa senza il corrispettivo di una retribuzione contrattuale come dipendenti), soci di cooperativa, collaboratori (con e senza progetto) e prestatori d'opera occasionali.

Disoccupati (o in cerca di occupazione): comprendono le persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:

  • hanno effettuato almeno un'azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un'attività autonoma) entro le due settimane successive;
  • oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un'attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l'inizio del lavoro.

Inattivi (o non forze di lavoro): comprendono le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o disoccupate.

Tasso di occupazione: rapporto tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento.

Tasso di disoccupazione: rapporto tra i disoccupati e le corrispondenti forze di lavoro.

Tasso di attività: rapporto tra le forze di lavoro e la corrispondente popolazione di riferimento.

Tasso di inattività: rapporto tra gli inattivi e la corrispondente popolazione di riferimento (la somma del tasso di attività e del tasso di inattività è pari a 1).

Settimana di riferimento: settimana a cui fanno riferimento le informazioni raccolte.

Cambiamento nella definizione di occupato dal 2021

Prima del 2021, era classificato come occupato anche il dipendente assente da oltre 3 mesi che manteneva una retribuzione pari almeno al 50% (ad esempio, i cassaintegrati). Similmente il lavoratore indipendente assente dal lavoro era considerato occupato solo nel caso di attività momentaneamente sospesa e non definitivamente conclusa.

Dal 2021 il lavoratore assente dal lavoro da più di tre mesi viene considerato non occupato, a prescindere dalla retribuzione se dipendente o dalla conclusione dell'attività se indipendente, a meno che non si tratti di:

  • assenza per maternità, malattia, part time verticale, formazione pagata dal datore di lavoro, congedo parentale se retribuito;
  • lavoratore stagionale che nel periodo di chiusura dichiara di svolgere attività relative al mantenimento, al rinnovo o alla prosecuzione dell'attività lavorativa, ad esempio per la manutenzione degli impianti (sono esclusi gli obblighi legali o amministrativi e le attività relative al pagamento delle tasse).

Le differenze introdotte nel 2021 si concentrano quindi su tre principali aspetti:

  • i lavoratori in Cassa integrazione guadagni (Cig) non sono considerati occupati se l'assenza supera i 3 mesi;
  • i lavoratori in congedo parentale sono classificati come occupati anche se l'assenza supera i 3 mesi e la retribuzione è inferiore al 50%;
  • i lavoratori autonomi non sono considerati occupati se l'assenza supera i 3 mesi, anche se l'attività è solo momentaneamente sospesa.

Criteri per identificare la famiglia dal 2021

Per le famiglie con due o più persone è stato modificato il criterio per identificarne i componenti.
Prima del 2021 gli elementi discriminanti per individuare la famiglia di fatto erano la convivenza abituale nonché il legame di parentela e/o affettivo che lega i componenti della famiglia.

Dal 2021 la coabitazione rimane un requisito fondamentale, a questo si affianca il criterio della condivisione del reddito o delle spese (housekeeping); non è più determinate l'esistenza di una relazione di parentela o affettiva tra i membri della famiglia.

Un'altra differenza rispetto ai criteri adottati in passato riguarda i lavoratori fuori sede, che nella nuova rilevazione vengono trattati in maniera del tutto analoga agli studenti fuori sede. Per entrambi infatti la dimora abituale resta quella di origine e non quella temporanea dove vivono per necessità lavorative o formative, anche se l'assenza si protrae per più di un anno.

Pertanto, studenti e lavoratori temporaneamente assenti vanno inclusi nella famiglia se continuano a beneficiare o a contribuire al reddito familiare.

Si ribadisce in conclusione che in questa visualizzazione grafica vengono riportate le nuove serie dal 2018, con dati confrontabili tra loro.