Dal voto di appartenenza fino al voto ai tempi del Coronavirus
Le ultime consultazioni regionali hanno evidenziato cambiamenti radicali nei comportamenti elettorali.
Come è cambiata l'Italia elettorale? Quanto conta la comunicazione nella creazione di una leadership politica? Quali sono le origini della conferma delle tendenze politiche in alcuni territori e invece i mutati orientamenti in altre zone? Quanto pesa il non voto ai fini dell'esito elettorale?
Le prime risposte sono arrivate dalla giornata di studi del 12 ottobre 2020 “Votare nel 2020: dall'Emilia-Romagna alle altre regioni. Capire il voto in tempi fragili“. La giornata è stata organizzata dalla Direzione generale dell'Assemblea Legislativa e dal Servizio Statistica e sistemi informativi geografici della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la SISE (Società Italiana di Studi Elettorali).
Se ne è parlato con Donatella Campus, Ilvo Diamanti, Luciano Fasano e Paolo Natale.
La politologa e docente dell'Università di Bologna Donatella Campus ha riflettuto sul binomio “leadership e comunicazione”. Ha illustrato il peso che nelle elezioni regionali del 2020 ha avuto il fattore personale, inteso come la possibilità delle caratteristiche personali del leader politico di fare la differenza sia sul piano della campagna elettorale sia sull'impatto effettivo sul risultato. Sempre di più, infatti, la costruzione del consenso spetta al candidato, anche a livello locale. In prospettiva ha quindi senso interrogarsi se tale popolarità a livello territoriale sia poi sfruttabile come accesso a leadership nazionali.
Il politologo Ilvo Diamanti, dell'Università di Urbino, si è focalizzato sulle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Toscana, chiedendosi in particolare che cosa resti della cosiddetta “zona rossa” e come sia cambiato il rapporto tra politica e territorio. Si è poi soffermato sul tema dell'astensione, su cosa stia dietro al non voto, confrontando la partecipazione alle due ultime regionali in Emilia-Romagna. L'intervento si è concluso riflettendo sull'importanza che ha acquisito il fattore dell'incertezza in politica: “ogni elezione diventa un fatto nuovo, una nuova storia tutta da scrivere”.
Luciano M. Fasano, docente di Scienze politiche all'Università degli Studi di Milano, si è concentrato su una lettura storica del voto regionale in Umbria e Marche. Ha evidenziando come il calo elettorale del centrosinistra e del centrodestra inizi a partire dal 2008, coincidendo con la “grande recessione” frutto della crisi dei debiti sovrani, e come le successive dinamiche elettorali abbiano di volta in volta premiato i partiti che non governavano quelle realtà o quelli emergenti in quegli anni oppure ancora abbiano visto crescere il partito del non voto.
I profondi cambiamenti nei comportamenti elettorali sono al centro anche delle ricerche di Paolo Natale, docente di Scienze politiche all'Università degli Studi di Milano. Analizzando la storia elettorale fin dagli anni ‘80, sottolinea come la crisi della rappresentanza politica sia dovuta al disfacimento delle tradizionali subculture, che ha portato all’allontanamento dal voto di appartenenza, tanto a destra come a sinistra. I bacini elettorali delle diverse aree politiche dagli anni ’80 a oggi sono sensibilmente mutati dal punto di vista sociodemografico, ma anche a livello di frattura tra centro urbano e periferia. In questo senso si può spiegare la forte concentrazione dei “No” al referendum sul taglio dei parlamentari nei centri storici dei grandi centri urbani.
Per un resoconto approfondito del convegno si rimanda a Cronaca Bianca, l'Ufficio stampa dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.
È inoltre disponibile il video completo della giornata. Le fasi del convegno si trovano ai seguenti minutaggi:
Introduzione: 23:00
Intervento Donatella Campus: 37:00
Intervento Ilvo Diamanti: 59:00
Intervento Luciano M. Fasano: 1:33:00
Intervento Paolo Natale: 2:17:00
Conclusioni: 2:44:00