Introduzione
Il 2020 si è concluso con un altro record negativo superato in termini di natalità. Mai nella storia dell'Unità d'Italia erano nati così pochi bambini e bambine, appena 404.104 sull'intero territorio nazionale, quasi 16 mila in meno rispetto al 2019 (-3,8%). Tanto che ai recenti Stati generali della natalità si è parlato di un vero e proprio inverno demografico e il presidente di Istat Gian Carlo Blangiardo ha sottolineato come tale fenomeno costituisca una tendenza consolidata dell'ultimo decennio, anche per motivi strutturali della popolazione. Il potenziale riproduttivo si è andato negli anni indebolendo sia in termini numerici che di struttura, proprio a causa delle minori nascite che hanno via via ridotto le giovani generazioni femminili. Il clima di sfiducia generato dalla pandemia sembra mostrare il segno sul finire dell'anno tanto da fare ipotizzare nuove flessioni della natalità del 2021. Per esempio basti pensare che nel 2020 i matrimoni si sono dimezzati, in un Paese in cui le nascite avvengono per i due terzi all'interno dei matrimoni.
In questo contesto il dato dell'Emilia-Romagna è in linea con le risultanze nazionali e i 29.781 nati vivi del 2020, 14.490 femmine e 15.291 maschi, fanno registrare un -3,7% sull'anno precedente. Tale riduzione annua è tutto sommato analoga a quella degli anni precedenti. È però l'analisi delle variazioni mensili che apre a un potenziale effetto indiretto della pandemia sulla natalità. Se da gennaio a novembre le variazioni mensili del 2020 sul corrispondente mese del 2019 risultano comprese tra il -2% e il -5%, a dicembre, il primo mese in cui si possono osservare eventuali effetti di depressione sui concepimenti della prima ondata Covid-19, la variazione è del -12,7%. E se consideriamo anche gennaio 2021, il calo delle nascite sul gennaio 2020 è del 13,9%. L'impressione è quindi quella di trovarsi di fronte a qualcosa di più strutturale rispetto a occasionali oscillazioni della dinamica mensile.
La contemporaneità del nuovo record di poche nascite e l'elevato numero di decessi, il più alto dal secondo dopoguerra (oggetto di uno specifico approfondimento), aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza l'Emilia-Romagna e in generale il nostro Paese. Infatti a livello nazionale, il deficit di “sostituzione naturale” tra nati e morti (il saldo naturale) del 2020 è, dai tempi dell'Unità d'Italia, secondo solo a quello record del 1918, anno caratterizzato dall'epidemia di “spagnola”.
Pur tuttavia il saldo naturale si attesta in Emilia-Romagna su valori negativi già dalla metà degli anni '70. Tale fenomeno, negli ultimi anni, è stato sempre compensato dalla positiva dinamica migratoria, che ha garantito l'aumento della popolazione emiliano-romagnola negli ultimi 25 anni. Infatti, a partire dai primi anni Novanta e soprattutto negli anni Duemila l'Italia è diventata meta di consistenti flussi migratori dall'estero e, in questo contesto, l'Emilia-Romagna è stata tra i territori più attrattivi a livello nazionale, anche per persone provenienti da altre regioni italiane.
Il 2020 è stato l'anno in cui anche l'apporto della componente migratoria è stato notevolmente affievolito dalle restrizioni alla mobilità introdotte per contenere la pandemia. In Emilia-Romagna il 2020 si è chiuso con un saldo migratorio (la differenza tra gli iscritti e i cancellati in anagrafe per movimento migratorio) positivo per 21.523 persone, contro quello del 2019 di 35.064 persone. In particolare le ripercussioni legate al Covid-19 sono state molto impattanti sui movimenti internazionali, con il saldo migratorio con l'estero più che dimezzato; ma è stata rilevante anche la contrazione nei movimenti interni al territorio nazionale, di cui storicamente l'Emilia-Romagna è una delle mete principali.
L'analisi della serie mensile dei flussi migratori conferma come anche su questa componente del bilancio demografico abbia inciso la successione delle ondate pandemiche, con un crollo della mobilità residenziale soprattutto nel periodo marzo-maggio 2020: per quanto riguarda il territorio emiliano-romagnolo gli ingressi si sono ridotti del 47% e le uscite del 40% rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre il saldo migratorio netto risultante è di circa il 95% inferiore. La contrazione della dinamica migratoria rimane, pur a livelli minori, anche nel periodo estivo, giugno-settembre 2020, che possiamo identificare come di transizione tra la prima ondata pandemica e la seconda ondata autunnale, così come nel periodo ottobre-dicembre 2020. Tale tendenza è rilevabile anche nei territori dove in termini relativi la diffusione dei casi di Covid-19 è stata inferiore. Questo fa supporre che l'effetto della pandemia sui movimenti migratori non sia solo legato alle restrizioni ai movimenti ma anche alla percezione della difficile situazione delle attività economiche e del mercato del lavoro che continuano a costituire un fattore di attrazione per i flussi migratori in ingresso.
In conclusione abbiamo rilevato come gli effetti dell'emergenza sanitaria impattino su tutte le componenti del ricambio demografico, andando a combinarsi con dinamiche, proprie della struttura della nostra popolazione, già in atto da diversi anni.
Il risultato è che nel corso del 2020 i residenti in Emilia-Romagna sono diminuiti di circa lo 0,4%, una variazione negativa che interrompe un trend che vedeva la popolazione emiliano-romagnola ancora in crescita, in controtendenza rispetto al livello nazionale.
I dati relativi alle varie poste del bilancio demografico sono disponibili sulla visualizzazione interattiva Bilancio demografico 2020 in Emilia-Romagna curata dall'Ufficio di Statistica della Regione Emilia-Romagna. Le informazioni possono essere interrogate per gli ultimi tre anni (a livello di dettaglio mensile), per sesso e territorio.
Un analogo report interattivo è dedicato al tema specifico della Mortalità nel 2020 in Emilia-Romagna.
Altri contenuti utili:
- Interventi e approfondimenti su scenari legati all'emergenza sanitaria – Istat
- La dinamica demografica durante la pandemia Covid-19 – Comunicato Istat
- Indicatori demografici – Comunicato Istat
- Calo di nascite a gennaio 2021: sintomo di un disturbo occasionale o conferma di un malessere strutturale? – Contributo del presidente di Istat
- Relazioni agli Stati Generali della Natalità
- Popolazione residente in Emilia-Romagna: il 2020 si chiude con il segno meno – Regione Emilia-Romagna
Ultimo aggiornamento: 18-09-2024, 12:56