Introduzione
L'anno 2020, è stato caratterizzato da una diminuzione dei prezzi al consumo in media annua, la terza registrata a partire dal 1954, da quando è disponibile la serie storica dell'indice NIC (l'indice dei prezzi per l'intera collettività nazionale), a conferma ancora una volta dell'eccezionalità del primo anno di pandemia. L'Italia si è quindi trovata in una situazione di deflazione per otto mesi consecutivi, a partire da maggio 2020 fino a dicembre 2020. In Emilia-Romagna la prima variazione negativa mensile rispetto allo stesso mese dell'anno precedente si è manifestata con due mesi di anticipo, già a marzo 2020, al deflagrare della pandemia da Covid-19 nel Nord Italia.
Il 2021 si è aperto con una inversione di tendenza rispetto agli ultimi mesi dell'anno precedente, ovvero con un aumento tendenziale dei prezzi; le variazioni percentuali positive dell'indice NIC sullo stesso mese del 2020 hanno poi avuto una progressione nella restante parte dell'anno, fino all'ulteriore accelerazione di dicembre 2021, in cui si è raggiunto un +3,9% tanto in Emilia-Romagna quanto a livello nazionale.
In generale, in media annua, nel 2021, i prezzi sono aumentati in Emilia-Romagna (+2,0%) con un ritmo leggermente superiore alla media italiana (+1,9%). Una tale forza inflazionistica, determinata per lo più dalla ripresa dell'attività economica e della domanda di materie prime dopo la pandemia, non si vedeva dal 2012, anno in cui l'aumento dei prezzi toccò il livello del +3,0% in Italia e il +2,9% in Emilia-Romagna (tavola Serie storica annuale, Emilia-Romagna e Italia, dal 2010 al 2021 (CSV - 1 KB)).
È in particolare la bolletta energetica a spingere verso l'alto l'inflazione, sia su scala regionale sia su scala nazionale: l'aumento dei prezzi interessa in particolare le divisioni di prodotto relative all'abitazione/energia (elettrica/gas) e ai trasporti (carburanti). I prezzi diminuiscono invece nelle due divisioni di spesa comunicazione e istruzione.
La tensione inflazionistica che si è manifestata progressivamente nel corso del 2021 si è acuita nei primi due mesi del 2022.
In Emilia-Romagna a gennaio si è registrato un aumento dell'indice dei prezzi al consumo del +5,2% (sul gennaio 2021). A febbraio, ultimo mese per cui sono disponibili i dati, l'inflazione è proseguita con un +5,6%. L'andamento nazionale per i primi due mesi del 2022 mostra un +4,8% a gennaio e un +5,7% a febbraio, valore che non si registrava da novembre 1995 (un periodo di cambi fluttuanti e di svalutazione della lira) (tavola Serie storica mensile, Emilia-Romagna e Italia, 2021 e 2022 (CSV - 1 KB)).
Anche nel 2022 le divisioni di spesa che trainano l'inflazione sono sempre abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili (+26,2% a febbraio in Emilia-Romagna) e trasporti (+8,1%). All'interno di queste divisioni, scendendo a un maggiore livello di dettaglio, guidano i rincari la componente elettricità, gas e altri combustibili (che in Emilia-Romagna tocca il +65,8% a febbraio), le spese di esercizio per mezzi di trasporto (+11,8%), i pacchetti vacanze (+11,0%). Le tensioni inflazionistiche cominciano inoltre a propagarsi anche ai prodotti alimentari e bevande analcoliche (+4,9%).
In definitiva gli ultimi due anni sono stati contraddistinti da una notevole instabilità dei prezzi, una picchiata nel 2020 e una impennata nel 2021, che diventa ancora più significativa nei primi mesi del 2022. Tale instabilità è principalmente dovuta alla complessa situazione internazionale che ha segnato il periodo, tra pandemia e crisi geopolitica ucraina, in gran parte responsabile dell'aumento dei prezzi della materia prima energetica, che si ripercuote inevitabilmente a cascata su molti altri settori economici.
L'altalena di prezzi che ha caratterizzato l'ultimo biennio ha comunque portato il livello dei prezzi al di sopra di quello registrato nel periodo pre-pandemia: la spinta inflattiva del 2021 è stata quindi più forte rispetto a quella deflattiva del 2020. Lo si evince analizzando la serie dei numeri indici del NIC, che fissa un valore base al 2015 e ne indica le variazioni annuali a partire sempre da quella base, convenzionalmente posta a valore 100. In Emilia-Romagna, nel 2019 il valore del numero indice è di 103,1, segnalando un aumento dei prezzi rispetto al 2015 del 3,1%. Nel 2020 il numero indice scende a 102,8, indicando da un lato un aumento dei prezzi rispetto al 2015 del 2,8% e conseguentemente una diminuzione rispetto al 2019. Nel 2021 il numero indice sale a 104,9 confermando non soltanto la tensione verso l'alto dei prezzi rispetto al 2020, ma evidenziando anche il superamento del livello dei prezzi del 2019.
Il sistema dei prezzi al consumo
L'inflazione è il processo di aumento del livello dei prezzi dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Un'inflazione positiva corrisponde a una situazione in cui aumentano i prezzi, mentre un'inflazione negativa si verifica nel caso in cui i prezzi sono in calo (deflazione). L'inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno, chiamato paniere. L'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI, indice utilizzato per le rivalutazioni monetarie) e quello armonizzato a livello europeo (IPCA). Per gli organi di governo il NIC rappresenta uno dei principali parametri di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche.
L'indagine Istat sui prezzi si basa su un campione strutturato su due “anime”, quello derivante dalla rilevazione territoriale, in capo ai Comuni, e quella centralizzata, in capo a Istat.
Altri contenuti utili
Ultimo aggiornamento: 18-09-2024, 12:56