Introduzione
Sul fronte dell'andamento dei prezzi al consumo, i quattro anni appena terminati sono stati caratterizzati da dinamiche altalenanti e di intensità tali che raramente si erano riscontrate nella storia del Paese.
A livello nazionale, il 2020 si era concluso con una diminuzione dei prezzi in media annua, evento verificatosi solo tre volte dal 1954, da quando è disponibile la serie storica dell'indice NIC (l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale).
Il 2021 è stato un anno di transizione, che ha riportato le dinamiche inflazionistiche su valori più usuali.
Il 2022 è stato invece un anno record per l'aumento dei prezzi, con picchi che non si osservavano dalla metà degli anni '80. L'anno si è chiuso con un aumento medio rispetto al 2021 dell'8,4% in Emilia-Romagna e dell'8,1% in Italia. Il punto più alto di questa accelerazione dei prezzi fuori dall'ordinario si è avuto a ottobre 2022, con aumenti tendenziali (ovvero rispetto allo stesso mese dell'anno precedente) che hanno superato abbondantemente la doppia cifra: +12,5% in Emilia-Romagna e +11,8% in Italia (tavola Variazioni medie annue dell'indice dei prezzi al consumo, Emilia-Romagna e Italia, dal 2010 al 2023 (CSV - 1 KB)).
I primi dati del 2023 sembrano segnare l'inizio del ridimensionamento dell'inteso fenomeno inflattivo. I rincari tendenziali sono ancora particolarmente decisi, ma scendono sotto al 10%, valori che sembravano enormi fino a qualche tempo fa ma che se confrontati con gli ultimi mesi del 2022 assumono altro significato. Nei mesi autunnali del 2023 l'aumento tendenziale dei prezzi si è notevolmente ridotto, posizionandosi stabilmente sotto l'1%, fino allo 0,8% registrato in Emilia-Romagna a gennaio e febbraio 2024 (tavola Variazione mensile dell'indice dei prezzi al consumo, Emilia-Romagna e Italia, 2021-2023 (CSV - 1 KB)).
Sia in Emilia-Romagna che in Italia, nel corso del 2023 l'inflazione ha quindi frenato la sua corsa, portandosi a una media annua rispettivamente del +5,2% e del +5,7%. Si tratta del primo rallentamento dal 2020. I prezzi continuano quindi a crescere, ma con un ritmo meno intenso rispetto al 2022.
Così come gli aumenti di prezzi record del 2022 erano guidati prevalentemente dai beni energetici, anche il rallentamento dell'inflazione del 2023 si deve prevalentemente allo stesso tipo di bene, i cui prezzi sono andati stabilizzandosi, in particolare grazie alla diminuzione delle tariffe della componente regolamentata. Infatti da giugno 2023 la componente Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili non è più quella con i rincari maggiori, dopo molti mesi di "primato". Dall'inizio dell'estate sono infatti i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche a trainare l'aumento dei prezzi. Tanto che quest'ultima componente di spesa è quella che, come media 2023, ha subito gli aumenti di prezzo maggiori rispetto all'anno precedente, sia in Emilia-Romagna, +9,7%, sia a livello nazionale, +10,0%. Aumenti superiori alla media si sono osservati anche nei Servizi ricettivi e di ristorazione (+7,0% sia in Emilia-Romagna che nell'intero Paese), e nei Mobili, articoli e servizi per la casa (+5,9% in Emilia-Romagna e +6,1% in Italia). I prezzi dei beni energetici invece diminuiscono leggermente, -0,2% in Emilia-Romagna dopo gli aumenti record del 2022 (+54,6%) (tavola Variazioni medie annue dell'indice dei prezzi al consumo per divisione di spesa, Emilia-Romagna e Italia, anno 2023 (CSV - 1 KB)).
In generale, considerando l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività nazionale, l'inflazione in Emilia-Romagna è stata inferiore a quella media italiana. L'Emilia-Romagna è la quarta regione con gli aumenti minori.
In definitiva, gli ultimi quattro anni sono stati contraddistinti da una notevole instabilità dei prezzi: una picchiata verso il basso nel 2020 e una ripresa nel 2021, che si è trasformata nel 2022 in una impennata tale che non si vedeva da 40 anni. Nel 2023 i prezzi risultano ancora in deciso aumento, in Emilia-Romagna al +5,2% sull'anno precedente, ma in rallentamento rispetto all'8,4% del 2022. Ne consegue che anche l'inflazione acquisita, o di trascinamento, ovvero l'eredità che il 2023 ci lascia per il 2024, è molto inferiore rispetto all'anno passato. Questo tipo di inflazione indica la crescita media che si avrebbe nel 2024 se i prezzi rimanessero stabili per tutto l'anno. Questa a livello nazionale è pari al +0,1%, mentre quella tra 2022 e 2023 fu ben del +5,1%.
L'altalena di prezzi appena descritta in termini di variazioni ha come saldo un sensibile aumento del livello dei prezzi. Già la spinta inflazionistica del 2021 era stata più forte rispetto a quella deflattiva del 2020. Soprattutto il 2022, ma anche il 2023, hanno intensificato notevolmente questa tendenza.
Lo si deduce analizzando la serie dei numeri indici del NIC, che fissa un valore base al 2015 e ne indica le variazioni annuali a partire sempre da quella base, convenzionalmente posta a valore 100. In Emilia-Romagna, nel 2019 il valore del numero indice è di 103,1, segnalando quindi un aumento dei prezzi rispetto al 2015 del 3,1%. Nel 2020 il numero indice scende a 102,8, indicando da un lato un aumento dei prezzi rispetto al 2015 del 2,8% e conseguentemente una diminuzione rispetto al 2019. Nel 2021 il numero indice sale a 104,9 confermando non soltanto la tensione verso l'alto dei prezzi rispetto al 2020, ma evidenziando anche il superamento del livello dei prezzi del 2019. Nel 2022 il numero indice salta a 113,7 e nel 2023 raggiunge quota 119,6, cristallizzando che ora i prezzi sono di quasi il 20% più alti rispetto al 2015. Analizzando le componenti di spesa, sempre per l'Emilia-Romagna, il valore più alto del numero indice 2023 si osserva per Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, 150,6: i prezzi sono una volta e mezzo quelli del 2015. Notevoli i rincari osservati anche per i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche (+25,4%), per i Trasporti (+22,8%) e per i Servizi ricettivi e di ristorazione (+22,7%).
Ulteriori approfondimenti sono presenti sul Rapporto Indice dei prezzi al consumo in Emilia-Romagna e in Italia. Anno 2023 (PDF - 799.2 KB).
Per un quadro complessivo dell'andamento dei prezzi, sempre aggiornato all'ultima mensilità disponibile, è possibile fare riferimento alla visualizzazione grafica dedicata.
Altri contenuti utili
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- Tavole sull'andamento degli indici NIC e FOI per l'Emilia-Romagna - Istat
Il sistema dei prezzi al consumo
L'inflazione è il processo di aumento del livello dei prezzi dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Un'inflazione positiva corrisponde a una situazione in cui aumentano i prezzi, mentre un'inflazione negativa si verifica nel caso in cui i prezzi sono in calo (deflazione). L'inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno, chiamato paniere. L'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI, indice utilizzato per le rivalutazioni monetarie) e quello armonizzato a livello europeo (IPCA). Per gli organi di governo il NIC rappresenta uno dei principali parametri di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche.
L'indagine Istat sui prezzi si basa su un campione strutturato su due “anime”, quello derivante dalla rilevazione territoriale, in capo ai Comuni, e quella centralizzata, in capo a Istat.
Ultimo aggiornamento: 18-09-2024, 14:56