Le esportazioni dell'Emilia-Romagna nell'anno della pandemia

Nel 2020 l'Emilia-Romagna si conferma la seconda regione italiana per quota dell'export nazionale (14,1%), nonostante la flessione dell’8,2% rispetto al 2019.

L'anno caratterizzato dalla pandemia mondiale da Covid-19, si chiude per l'Emilia-Romagna con una contrazione marcata delle esportazioni, -8,2% rispetto al 2019, comunque più lieve di quella registrata sull'intero territorio italiano (-9,7%). In particolare, per l'Emilia-Romagna, così come per l'intero Paese, ha inciso fortemente il crollo dell'export registrato nel secondo trimestre mentre nella seconda parte dell'anno la riduzione degli scambi commerciali in uscita con l'estero è stata più contenuta.

Quantitativamente, le esportazioni dell'Emilia-Romagna hanno di poco superato i 61 miliardi di euro, corrispondenti al 14,1% dell'export nazionale. Tale percentuale conferma l'Emilia-Romagna come la seconda regione esportatrice dopo la Lombardia e davanti a Veneto e Piemonte, anch'esse duramente colpite dalla riduzione delle transazioni sui mercati mondiali. Infatti, le performance negative di queste quattro regioni, Piemonte (-12,7%), Lombardia (-10,6%), Emilia-Romagna e Veneto (-8,2% per entrambe), spiegano circa i due terzi del calo dell'export nazionale.

I dati rappresentati nel grafico sono tutti riportati nella tabella allegata in foglio elettronico. Nel testo della news è descritto l'andamento generale del fenomeno.

Ulteriori dati a livello regionale (csv1.51 KB) sono disponibili su foglio dati.

In Emilia-Romagna la flessione complessiva è il risultato in particolare della contrazione di tre macro-settori strategici dell'export regionale.

Il settore dei macchinari e apparecchiature meccaniche, che ha realizzato nel 2020 oltre un quarto delle vendite estere regionali, ha subito una diminuzione dell'export pari all'11,1%.

Il secondo contributo negativo alla variazione dell'export regionale è giunto dal settore tessile e moda che ha subito un crollo delle esportazioni del 18,4%, dovuto principalmente all'abbigliamento (-19,8%), agli articoli in pelle (-16,3%) e al cambiamento delle abitudini di consumo. Pesantemente colpita anche l'industria della metallurgia e dei prodotti in metallo, le cui vendite estere sono diminuite del 16,6%. Export in calo, dell'8,1% rispetto al 2019, anche nel settore dei mezzi di trasporto. Più contenuta è invece la diminuzione di un altro settore chiave dell'economia regionale, quello della lavorazione di minerali non metalliferi, ovvero ceramica e vetro (-4,0%),

Segni positivi, che hanno prodotto comunque contributi marginali sull'intero export ragionale, arrivano dalla tenuta dell'industria alimentare e delle bevande (+0,1%), settore non soggetto solitamente ad ampie oscillazioni, e dall'aumento delle vendite estere delle industrie chimica, farmaceutica e delle materie plastiche (+1,1%) su cui ha inciso l'exploit delle esportazioni di prodotti farmaceutici (+26,5%) coerentemente con la situazione di emergenza sanitaria globale. In continuo aumento anche le vendite estere dell'industria del tabacco (+21,8%).

Ulteriori dati per settore merceologico (csv2 KB) sono disponibili in formato .csv.

L'Emilia-Romagna registra contrazioni dell'export in misura sostanzialmente uguale sui principali continenti di destinazione, Europa (-8,0%), America (-8,2%) e Asia (-8,0%).

Europa: 66%; Asia: 16%; America: 14%; Africa: 3%; Oceania e altri territori: 1%.

Nei singoli Paesi la dinamica delle esportazioni risente dell'intensità della pandemia, delle misure di protezione adottate e della composizione settoriale dell'export.

In particolare, soffermandosi sui principali partner esteri dell'Emilia-Romagna, la diminuzione delle esportazioni è tutto sommato contenuto verso la Germania (-5,0%), mentre si rileva una caduta importante dell'export verso Francia (-10,3%), Spagna (-14,6%) e Regno Unito (-10,4%). Il mercato statunitense risulta invece allineato alla media regionale.

La flessione dell'export è particolarmente significativa verso il Medio Oriente (-16,7%) e verso l'India (-10,2%), mentre i mercati dell'Asia orientale hanno contenuto la tendenza sfavorevole (-3,5%), grazie all'aumento delle vendite sui mercati cinese (+4,5%) e giapponese (+2,8%).

A livello territoriale, le province emiliano-romagnole che hanno maggiormente risentito delle dinamiche negative dei mercati globali sono Ferrara, Rimini, Ravenna e Reggio nell'Emilia, con flessioni dell'export tra il 2019 e il 2020 superiori al 10%. Parma è invece l'unica provincia che chiude il 2020 con un segno, seppur lievemente, positivo.

Ulteriori analisi sono disponibili sui report di Istat, in cui è possibile effettuare un confronto tra regioni e province italiane, e di Unioncamere Emilia-Romagna che offre un quadro dettagliato dell'export regionale per il IV trimestre 2020 e per l'intera annualità.

Valuta il sito

Non hai trovato quello che cerchi?

Piè di pagina