L'andamento dei prezzi al consumo
Dopo un 2022 record per l'aumento dei prezzi, con picchi che non si osservavano dalla metà degli anni ‘80 e con una inflazione media annua dell'8,4% in Emilia-Romagna e dell'8,1% in Italia, il 2023 ha segnato l'inizio del ridimensionamento dell'intenso fenomeno inflattivo. A partire dai mesi autunnali del 2023, in particolare da ottobre, l'aumento tendenziale dei prezzi si è notevolmente ridotto, oscillando intorno all'1% per dodici mesi consecutivi, fino allo 0,8% dell'Emilia-Romagna e allo 0,9% nazionale di ottobre 2024, ultimo dato disponibile. Questo significa che in Emilia-Romagna a ottobre 2024 i prezzi sono aumentati dello 0,8% rispetto a ottobre 2023 (variazione tendenziale).
Negli ultimi dodici mesi, sia in Emilia-Romagna che in Italia, l'inflazione ha pertanto frenato nettamente la corsa del 2022 e della prima parte del 2023. Ora i prezzi continuano quindi a crescere rispetto agli stessi mesi del 2023, ma con un ritmo molto meno intenso. Si assiste cioè a una fase disinflattiva, ovvero un decremento del tasso tendenziale rispetto all'anno precedente, seppur su livelli positivi (tavola Variazione mensile dell'indice dei prezzi al consumo, Emilia-Romagna e Italia, 2021-2024 (CSV - 1.1 KB)).

In aggiunta, in Emilia-Romagna, a ottobre 2024, la variazione congiunturale, ovvero quella rispetto al mese precedente (settembre 2024), ha fatto registrare un valore negativo, ovvero una diminuzione dei prezzi, dello 0,2%.
L'inflazione rilevata a ottobre 2024, +0,8%, posiziona l'Emilia-Romagna a metà graduatoria delle regioni italiane per variazione tendenziale mensile. Trentino-Alto Adige e Lazio sono le regioni con i livelli inflazionistici più elevati (rispettivamente al +1,6% e al +1,4%). I prezzi più stabili si osservano in Basilicata e in Valle d'Aosta, quest'ultima addirittura in deflazione, con il -0,2%.
Le divisioni di spesa
Analizzando l'andamento delle divisioni di spesa, dopo gli aumenti di prezzo generalizzati su tutte le componenti che hanno caratterizzato gli anni 2022 e 2023, a ottobre 2024 rispetto a ottobre 2023, si notano insiemi di prodotti e servizi per cui i prezzi sono in flessione: la divisione di spesa relativa alle Comunicazioni ha registrato un -7,3% in Emilia-Romagna e un -5,9% in Italia, quella dei Trasporti un -1,6% in Emilia-Romagna e -2,3% in Italia; anche quella che raggruppa Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili presenta variazioni con il segno meno, -2,8% in Emilia-Romagna e -1,6% in Italia. Quest'ultima divisione di spesa aveva trainato l'impennata dei prezzi soprattutto nel 2022, in particolare nella componente dei beni energetici che avevano subito rincari superiori al 50% su base annua.
Viceversa, le divisioni che a ottobre 2024 presentano gli aumenti di prezzo maggiori sono i Servizi ricettivi e di ristorazione (+4,1% in Emilia-Romagna, +3,5% in Italia rispetto a ottobre 2023), gli Altri beni e Servizi (+2,7% in Emilia-Romagna e +2,6% in Italia) e l'Istruzione (+2,6% in Emilia-Romagna e +3,0% in Italia) (tavola Variazione mensile dell'indice dei prezzi al consumo per divisione di spesa, Emilia-Romagna e Italia, ottobre 2024 (CSV - 1 KB)).

Aggiornamento del progetto sperimentale Istat sugli indici spaziali dei prezzi al consumo
A ottobre 2024 Istat ha pubblicato l'aggiornamento al 2022 dei risultati del progetto sperimentale volto a fornire una stima degli indici spaziali dei prezzi al consumo a livello regionale (Indici spaziali regionali o Parità regionali del Potere d'Acquisto), ovvero una misura sintetica del differenziale relativo dei prezzi esistente tra una regione e l'altra, pubblicati per la prima volta nel 2023 (su dati 2021).
Tali indici misurano le differenze nel livello medio dei prezzi di un paniere di prodotti tra diverse aree geografiche. Offrono quindi un ulteriore elemento in grado di contribuire anche alla lettura delle diseguaglianze e delle condizioni di vita delle famiglie nei diversi territori, dovute alle differenze nel potere d'acquisto che le caratterizza.
In questa seconda edizione sono stati diffusi i risultati relativi a ulteriori due divisioni di spesa, che si aggiungono alle tre precedentemente pubblicate: le divisioni Mobili, articoli e servizi per la casa (05) e Servizi ricettivi e di ristorazione (11) si aggiungono pertanto a Prodotti alimentari e bevande analcoliche (01), Bevande alcoliche e tabacchi (02) e Abbigliamento e calzature (03).
Il prezzo del paniere di riferimento è fissato a 100 per la media dell'intero Paese. Quando l'indice del livello dei prezzi di una regione è maggiore di 100 vuol dire che quella regione è relativamente più costosa rispetto alla media italiana. Se l'indice del livello dei prezzi di una regione è maggiore di quello di un'altra regione significa che quella regione è relativamente più costosa dell'altra per le merceologie considerate.
Dall'indice aggregato per queste cinque tre divisioni di spesa, emerge come nel 2022 l'Emilia-Romagna sia stata la quarta regione per cui il costo della vita era più alto. Il valore 103,7 colloca infatti l'Emilia-Romagna alle spalle di Alto Adige (109,5), Lombardia e Trentino nella classifica dei territori più costosi. Con valori dell'indice sotto 100 (media nazionale) troviamo solo regioni del Centro e del Mezzogiorno. La Campania risulta la regione con i prezzi più bassi (sempre per le divisioni Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Bevande alcoliche e tabacchi, Abbigliamento e calzature, Mobili, articoli e servizi per la casa e Servizi ricettivi e di ristorazione) (tavola Indice spaziale dei prezzi al consumo aggregato per le cinque divisioni di spesa 01, 02, 03, 05, 11, per regione - Anno 2022 (CSV - 1 KB)).

Considerando la sola componente Prodotti alimentari, per cui sono disponibili i dati spaziali sia nel 2021 sia nel 2022 e per cui l'inflazione nel corso del 2022 a livello nazionale ha raggiunto valori importanti (oltre il 9%), è possibile intuire se il fenomeno inflattivo abbia cambiato i rapporti tra i territori nella logica della tenuta del potere di acquisto. L'Emilia-Romagna si posizionava al terzo posto delle regioni più costose nel 2021 e al quarto posto nel 2022 per effetto di rincari su questi prodotti leggermente inferiori rispetto alla media nazionale. La Liguria viceversa è diventata nel 2022 la regione in cui i Prodotti alimentari costano di più; nel 2021 era la quarta, segno di rincari particolarmente marcati se confrontati con quelli dei territori con livelli di prezzi analoghi.
Ulteriori approfondimenti sono presenti sul Rapporto Indice dei prezzi al consumo in Emilia-Romagna e in Italia. Aggiornamento a ottobre 2024 (PDF - 909.1 KB).
Per un quadro complessivo dell'andamento dei prezzi, sempre aggiornato all'ultima mensilità disponibile, è possibile fare riferimento alla visualizzazione grafica dedicata.
Altri contenuti utili
Il sistema dei prezzi al consumo
L'inflazione è il processo di aumento del livello dei prezzi dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Un'inflazione positiva corrisponde a una situazione in cui aumentano i prezzi, mentre un'inflazione negativa si verifica nel caso in cui i prezzi sono in calo (deflazione). L'inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi rappresentativo degli effettivi consumi delle famiglie in uno specifico anno, chiamato paniere. L'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI, indice utilizzato per le rivalutazioni monetarie) e quello armonizzato a livello europeo (IPCA). Per gli organi di governo il NIC rappresenta uno dei principali parametri di riferimento per la realizzazione delle politiche economiche.
L'indagine Istat sui prezzi si basa su un campione strutturato su due “anime”, quello derivante dalla rilevazione territoriale, in capo ai Comuni, e quella centralizzata, in capo a Istat.